lunedì

pag. 5 I BOMBARDAMENTI

CRONACA DI UNA GIORNATA INDIMENTICABILE
Eravamo stati al mare come sempre: la spiaggia era giusto di fronte casa,bastava attraversare la strada, la Riviera (come è sempre stata chiamata anche se dopo la guerra il suo nome è diventato via Giacomo Matteotti, in memoria di un MARTIRE .A mezzogiorno, tutta la famiglia riunita a casa per pranzare. Mio padre, arrivato proprio allora, dall'ufficio che si trovava a soli 300 metri dal nostro appartamento. Eravamo al dolce: avevamo di fronte, appoggiata sul tavolo, una bella crostata di amarene, fatta, come sempre, da mia madre,che era maestra pasticciera come tutte le donne della sua famiglia , una bella crostata, portata trionfalmente a tavola dalla giovane camerierina di turno, una brunetta abruzzese, che alle volte veniva anche in spiaggia a portare il caffe' e qualche leccornia per noi ragazzi. La guerra era lontanissima dai nostri pensieri
di ragazzi affamati, dopo il bagno e la mattinata di giochi ed era lontana anche,
credo , da quelli dei miei genitori.

IMPROVISAMENTE lontanissimo,
un rombo sordo,continuo, in avvicinamento, sempre più forte: UN ROMBO CHE SEMBRAVA VENIRE DAL MARE,DAL CIELO , DALL'INFINITO SOPRA DI NOI.All'orizzonte , piccoli come moscerini, apparvero degli aerei..una fila, due file che avanzavano
in ordine, uno dietro l'altro sul mare adriatico. Mai visti, mai neanche immaginato che potessero venire di sorpresa degli aerei nemici li, in una piccola cittadina balneare.

Mai sentito quel rumore continuo..prima: Nessun allarme, nessuna sirena, niente! Ricordo bene le facce spaventate di tutti gli adulti e io bambina terrorizzata al vedere le loro cosi' spaventate.
Un ricordo diretto o anche un ricordo a cui si sono aggiunti particolari dettimi in seguito, arrichiti da particolari raccolti dai racconti degli adulti col passare degli anni. Ricordo il coltello rimasto infilato nella crostata, che non fu mangiata
e fu lasciata abbandonata sul tavolo da pranzo e da quel momento considerata un dolce da evitare, .... una sorta di "jattura ".... un cibo porta sfortuna. Ricordo che mia madre non fece mai più una crostata dopo quel giorno,e anche, dopo anni ..io ho considerato le crostate come un dolce maledetto, più pericoloso di un gatto nero che attraversa la tua strada. .... più rischioso del passare sotto una scala aperta.

Gli aereoplani,intanto, si avvicinavano e noi li guardavamo attoniti: non sapevamo ancora che erano inglesi. Ma come era possibile?
L'Inghilterra era lontanissima e si trovava dall'altra parte dell'Italia.sarebbe stato molto più facile che fossero andati a bombardare il Tirreno...Come mai gli aerei nemici erano apparsi all'orizzonte sul Adriatico? Come poteva essere accaduto cio'? I misteriosi aerei in formazione intanto erano arrivati alla altezza della spiaggia, in due file e in due file cominciarono a sganciare bombe.
Noi, sul balcone, nonostante la paura, guardavamo la polvere il fumo; le grida arrivavano fino a noi, che avevamo la casa distante solo cento metri dal corso principale che corre perpendicolare alla spiaggia. Io, piccina, che grido,in braccio alla ragazza abruzzese, che tenta di calmarmi,inutilmente:
"MADONNINA MIA NON VOGLIO MORIRE!"

Purtroppo non mancarono un solo colpo e le due file di palazzi ai lati del corso principale, andarono giu' come se fossero stati di cartone, gia' quel primo giorno.


PESCARA E' UNA CITTADINA IN PIANURA,CON STRADE CHE SI INTRECCIANO AD ANGOLO RETTO, SONO QUINDI TUTTE PARALLELE E PERPENDICOLARI. Si vedeva la polvere ..si sentivano rombi e, solo allora, cominciarono a suonare le sirene, mentre la gente scappava verso le pinete e i boschi dell'entroterra.Un palazzo si e uno no, furono centrati in pieno dalle bombe: Uno a sinistra e uno a destra della via principale. Ancora ho negli occhi quei palazzi sventrati, con camere sospese.....senza pareti....quadri rimasti li attaccati ai chiodi..un bagno azzurro in bilico sulle macerie,un parato rigato di una camera da letto cui mancava una parete ma aveva ancora la porta, mezza scardinata. Anni passarono, prima che tutto fosse cancellato e si comincio' a ricostruire e la mia fantasia di bambina che camminava a mano a mano con la sua mamma, e che rimaneva affascinata e turbata da quella strana visione;le sembrava quasi di poter entrare nella vita e nelle case di persone sconosciute di vedere come avevano vissuto fino a quel momento terribile in cui erano arrivati gli aereoplani nemici........e forse mi permettevano di capire come doveva essere stata la loro morte.... Il primo palazzo a andare giu', fu quello dove si trovava l'ufficio di mio padre,che fortunatamente,come ho detto, era a casa con noi, per pranzare. E con quella giornata per noi comincio'" LA GUERRA" per la mia famiglia.POST SCRIPTUM:
HO SCOPERTO MOLTO DOPO CHE GLI INGLESI AVEVANO FITTATO UN' ISOLA DALLA JUGOSLAVIA, PROPRIO PER FARNE UNA BASE AEREA, PER TERRORIZZARE LA POPOLAZIONE ITALIANA, CHE OVVIAMENTE NON SI ASPETTAVA ATTACCHI AEREI PROVENIENTI DALL'ALTRA PARTE DEL ADRIATICO.
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Cosi cominciarono i bombardamenti a PESCARA

Dopo il primo , ce ne furono molti altri..gli aerei arrivavano sempre dal mare...e in genere, le sirene riuscivano ad avvertire la popolazione che si rifugiava nelle pinete del lungomare.Noi andavamo verso MONTESILVANO, che, all'epoca, era solo una zona di canneti e le pinete avevano degli alberelli bassi, piegati dal vento, per cui ci dovevamo sedere sotto di loro e aspettare che il pericolo passasse.Mio padre ci rassicurava spiegandoci che i bombardamenti non avvengono mai nelle zone boschive..ma solo su edifici e particolarmente nel centro delle città , oppure li' dove c'erano obiettivi di interesse militare. ...MA TANTE'...
DOPO QUALCHE MESE,ANCHE NOI DOVEMMO ANDARE VIA DA PESCARA,COME GIA ERA SUCCESSO AI NAPOLETANI E A GLI ABITANTI DI MOLTE ALTRE CITTA' ITALIANE.
A questo proposito, gia' un anno prima avevamo ricevuto una richiesta dal nonno materno, ISIDORO PANE, che voleva portare via da Napoli, la sua numerosa famiglia, per allontanarla dagli orrori della guerra e per mettere al sicuro tutta la merce che la ditta aveva......(IL COSIDETTO TESORO DEI PANE),
Nonno ISIDORO era alla ricerca di una casa molto grande da fittare in qualche paesino abbruzzese lontano dalle zone di guerra e che gli permettesse di tenere con se tutti i suoi cari: praticamente un clan composto da quasi quaranta persone, tra figli, figlie, nipoti, cugini e parenti a diverso titolo, sia consanguinei che acquisiti.Il nonno era quasi un "ras": un capofamiglia, vedovo con undici figli, con una quasi seconda moglie ,( sposata poi solo per riconoscenza: per averlo aiutato ad allevare i figlioli più piccoli e .....per fare tacere le male lingue) Rosa che era in effetti una cugina povera con una madre chiamata da tutti " ZA' RELLA" ed entrambe hanno trascorso quasi tutta la loro vita in casa del nonno .... aiutando le faccende nelle domestiche. Il nonno quindi era una specie di capo tribu', che non ammetteva repliche e comandava su tutto e tutti, un uomo che faceva il bello e il cattivo tempo nella sua ditta di oreficeria, che eredito' completamente dopo la morte dei suoi due fratelli..... zio Vincenzino e zio Salvatore .(Ahime' ..i nomi si ripetono e bisogna stare molto attenti a non confondere le generazioni!) Nonno Isidoro quindi aveva incaricato i miei genitori , dato che gia vivevamo in abruzzo ,....di trovargli un grande appartamento da fittare in campagna o comunque in un piccolo paese lontano dalle zone dei combattimenti dove poter in sicurezza aspettare la fine della guerra...........e mio padre lo trovo' nel cosidetto castello di Torre dei Passeri:" CASTELLO GIZZI "... dove poi un anno dopo, anche noi ci rifuggiammo, quando anche noi a Pescara, ricevemmo l'ordine di sfollare. Dovemmo lasciare Pescara all'improvviso...il governo infatti , forse temendo uno sbarco alleato ci costrinse a lasciare la costiera adriatica e la nostra bella casa sul mare, dove fino a pochi giorni prima, dimentichi della guerra, avevamo potuto continuare a fare baggni e trascorrere le giornate sulla spiaggia..


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Bombardamento di Pescara
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

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>Il 31 agosto ed il 14, 17 e 20 settembre del 1943 nel pieno della seconda guerra mondiale, Pescara è stata oggetto di pesanti bombardamenti da parte delle forze alleate che hanno causato la morte di almeno 3000 persone (varie fonti indicano anche un numero di 6000 caduti) e la distruzione di 1265 edifici, il grave danneggiamento di 1335 oltre quello lieve di 2150 costruzioni del centro abitato (un totale pari a circa l'80% degli edifici della città) che circondava la stazione e la linea ferroviaria - unici veri obiettivi dei bombardamenti. Nella sostanza, la parte a nord del fiume, che al tempo circondava la stazione ferroviaria e che fiancheggiava la linea ferroviaria ed il porto, fu rasa al suolo determinando la fuga di massa dei cittadini di Pescara verso i paesi dell’entroterra. Infatti, i bombardamenti del 17 e, soprattutto, del 20 settembre, causarono poche vittime civili poiché la città era stata abbandonata e molti sfollarono nella città di Chieti - dichiarata città aperta- e presso i dintorni di Pianella. Gli Alleati, sul versante adriatico, erano già nei pressi di Termoli e contavano di arrivare entro Natale a Pescara, per poi raggiungere agevolmente Roma percorrendo la via Tiburtina Valeria. Ma tra gli Alleati e Pescara c'era la Linea Gustav, una imponente linea difensiva voluta da Hitler e coordinata direttamente dal generale Albert Kesselring.
Il bombardamento fu ordinato dal generale Montgomery che aveva l’obiettivo di colpire in maniera decisiva le linee di rifornimento dell’esercito tedesco, che faceva uso della linea ferroviaria. Nonostante la violenza dei bombardamenti, l’impeto dell’attacco alla Linea Gustav ed il contributo della Brigata Majella, la difesa dell’esercito tedesco fu strenue e gli scontri si dilungarono per molti mesi in più del previsto, fino all’inizio di giugno del 1944.
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L’attacco del 31 agosto Bombardiere Consolidated B-24 Liberator .L’attacco del 31 agosto, è ancora vivido nel ricordo di molti dei sopravvissuti.
Alle ore 13:20 di un caldo pomeriggio d’agosto, la spiaggia era affollata di persone. I bombardieri B-24 del 376th Bombardment Group dell’aeronautica americana provennero dalla direzione del mare e sganciarono le bombe contro il centro cittadino: l’attacco fu devastante
.
In modo particolare furono rase al suolo le aree comprese tra le attuali via Nicola Fabrizi e via Firenze nonché il palazzo del governo, che allora ospitava il presidio militare, nonché altre aree limitrofe alla stazione.
Ma la stazione non fu colpita. Si calcola che questo bombardamento abbia causato 1600-1900 vittime, tra morti e feriti.L’attacco del 14 settembre e la strage della stazione. Il 14 settembre ci fu un secondo attacco, stavolta ben circoscritto all’area della stazione.
Fu un’autentica carneficina perché le bombe furono sganciate quando la stazione era gremita di persone: il bilancio di quella strage è a tutt’oggi incerto, ma Carlo Colacito, nel suo manoscritto “Pescara durante la guerra (1943-1944)”, testimonia la morte di un numero oscillante tra le 600 e le 2000 persone. Il bombardamento colpì la stazione, la linea ferroviaria e le aree limitrofe nel lato nord della città in particolare nella zone circostanti le attuali Corso Vittorio Emanuele e via Firenze. Gli attacchi del 17 e del 20 settembre
I successivi attacchi produssero danni materiali, sempre nella sponda nord del fiume, ma poche vittime civili poiché la popolazione aveva già abbandonato la città, la cui parte settentrionale era quasi completamente rasa al suolo. Infatti, il Comando Tedesco aveva già emenato l'ordine di evacuare la città ed aveva istituito il coprifuoco, sia di giorno che di notte.PESCARA ha avuto una Medaglia d’oro al merito civile, anche a motivo del pesante costo in vite umane di questi bombardamenti.L'8 febbraio del 2001, il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi ha conferito alla città la Medaglia d'oro al merito civile.




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Mappa Torre De' Passeri
Pescara, era diventata una città fantasma.

QUANDO, CON MEZZI DI FORTUNA, ARRIVAMMO A TORRE DEI PASSERI, IL NONNO, SENZA MOLTA CONSIDERAZIONE, ASSEGNO' ALLA NOSTRA FAMIGLIA DI CINQUE PERSONE..UNA SOLA CAMERA...IL COSIDETTO SALONE GRANDE.
A lui poco importava che li non c'era ne acqua ne servizi. Secondo lui, poi,noi avremmo dovuto mettere le nostre magre provviste insieme alle loro e poi avremmo dovuto condividere ogni cosa come se anche noi facessimo parte dello stesso squadrone sotto il suo comando.mangiando ad una sorta di mensa comune........
MA MIA MADRE NON FU AFFATTO DACCORDO E COSI' "L'INGEGNERE PADRE" EBBE IL PRIMO GROSSO SCONTRO CON IL SUOCERO. E SI INGEGNO' PER RENDERE LA NOSTRA VITA IL PIU' POSSIILE ACCETTABILE.
CASTELLO GIZZI ALL'EPOCA PIU' CHE UN CASTELLO ERA UN ENORME MANIERO CON QUARANTA STANZE E QUARANTA FINESTRE,PER PIANO:si trovava e si trova ancora oggi anche se rimesso a nuovo e adibito a museo in cima alcolle che domina il paese e vicinissimo ad uno splendido bosco.

CERTO NON ERA ADATTO A TUTTA QUELLA FOLLA DI PERSONE E I SERVIZI IGIENICI ERANO INSUFFICIENTI: in verita', io li ricordo si trattava di alcuni piccoli gabinetti tutti vicini e certamente non erano adatti a quaranta persone e alcuni anziani......
Alla mia famiglia ara poi toccato un enorme stanzone che mio padre dovette suddividere nel modo più semplice al momento.
Lenzuoli furono stesi con le mollette e su dei fili di ferro stesi da parete a parete ....per creare quasi delle camere separate......così da creare un po' di privacy e po' di intimita' per ciascun membro della famiglia: mio fratello ebbe il suo cantuccio , io e mia sorella un altro, e i genitori, separati da noi, da un altro paio di lenzuoli, poterono avere il loro lettone
.Per il pranzo, mia madre cucinava su un fornello ad acetilene e poi lavava i piatti in una grossa conca, che svuotava alla fine, gettando l'acqua dal balcone nel dirupo sottostante.
RICORDO che un giorno nel buttare l'acqua sporca nel vallone sottostante .....svenne.

In effetti, poi si scopri' che non era stato uno svenimento, ma che aveva preso una terribile scossa elettrica: mio padre dovette indagare un poco, prima di capire che l'acqua versata da mia madre, dopo la risciacquatura dei piatti, cadendo giu' nel vallone faceva una sorte di "ponte elettrico" , poiche' lì, sotto la finestra, a parecchi metri di distanza, correvano i fili della alta tensione, che raggiunti dallo scroscio d'acqua sporca, facevano arrivare alla mia povera madre ignara ........ una potentissima scossa.
Anche in quel caso, come in molte altre vicende del periodo della guerra, le capacità di mio padre, come ingegnere, risolsero un bel problema.
Infatti, dopo vari tentativi, egli riusci' ad applicare un lungo tubo al balcone che permetteva all' acqua sversata da mia madre, di superare lo sbarramento dei fili elettrici sottostanti, mandando l'acqua a cadere abbastanza lontana dai fili ed eliminando così, il pericolo.
Certo non erano tempi quelli in cui si aveva la possibilità di chiamare un elettricista o un idraulico.
C'era però mio padre, l'ingegnere, che cento ne pensava e cento faceva.
Erano momenti difficili: bisognava arrangiarsi.

Mia madre appena arrivata a Torre dei Passeri, per riuscire a sfamare la famiglia aveva messo su una sorta di mercatino : vendeva i nostri abitini vecchi ai contadini del posto e si faceva dare in cambio farina e latte.
La prima cosa che riusci' a vendere furono tre mantelline di gomma rosse con il cappuccio ,che all'epoca erano molto carine e servivano a noi bambini per uscire con la pioggia. E' strano..... ma io le ricordo ancora.
Ricordo anche che, una o due volte, mio padre e un fratelllo di mia madre, si avviarono, nottetempo, con un carretto tirato a mano, fino a Pescara....per cercare di recuperare oggetti che erano rimasti abbandonati a casa nostra, in attesa di un momento favorevole, per andare a recuperarli.
Si trattava di corredo , di sopprammobili di pregio , di oggetti vari di uso comune.
PURTROPPO dopo la prima spedizione, gli sciacalli andarono e fecero man bassa, specialmente degli scatoli accuratamente imballati da mia madre.

TROVARONO INFATTI CHE TUTTO IL PALAZZO ERA STATO VISITATO DAI LADRI E TUTTO ERA STATO MESSO A SOQQUADRO.Ricordo che il lampadario di bronzo del salone, molto bello e imponente, fu ritrovato per le scale del palazzo: evidentemente i malviventi erano stati costretti ad abbandonarlo, forse per qualche allarme improvviso.
Ricordo che la casa era stata accuratamente perquisita....battendo le nocche contro i muri, per scoprire vuoti nei muri, che avrebbero potuto celare cassaforti nascoste......e che i parati erano stati, in alcuni punti, stracciati proprio per controllare che non ci fossero nascondigli ....ne cassaforti a muro........

E poi, ricordo, i nostri rapporti con i Tedeschi prima e con gli Inglesi dopo.
Il nonno cercava di tenersi buoni i Tedeschi, che avevano proprio a Torre dei Passeri una loro postazione e quindi era facile che venissero su al castello con qualche scusa..anche amichevole.....e vendeva loro a buon prezzo..orologi placcati oro, che aveva portato in gran quantità, con se, da Napoli e nascosto nelle sue casse di preziosi .....sotto terra...NELLA CANTINA.
Era il suo mestiere: era il capo di una grandissima ditta di oreficeria....e certo, non aveva abbandonato a Napoli la cosidetta "MERCE" , anzi, l'aveva nascosta in un grosso camion , sotto i materassi, sui quali aveva fatto sedere tutta la sua immensa famiglia e la sua prima preoccupazione appena arrivato a Torre, era stata ....far scavare giu' in cantina, un enorme fosso dove nascondere " LA MERCE".
e da qui pare che sia nata...la cosiddetta "Legenda del Tesoro dei Pane" ..che ho saputo oggi, ancora si racconta in paese.

Quindi mi sento di rassicurare gli abitanti di Torre dei Passeri, che sicuramente oggi,possono ..... dopo più di sessant'anni... smettere di cercarlo.......
Mio nonno Isidoro non era persona sprovveduta e non avrebbe mai lasciato neanche una monetina abbandonata sotto terra, e, quando ripartì per Napoli, recuperò fino all'ultima "spingula francese d'oro" ...fino all'ultimo grammo d'oro e lo carico', ben coperto, ben nascosto..... ancora una volta ,sotto i materassi e i numerosi appartenenti alla sua famiglia, sul camion battente bandiera inglese, che venne a prenderlo alla fine della guerra...non appena Napoli fu liberata.

Nonno Isidoro , da persona saggia e previdente quale era, aveva tenuto fuori dal nascondiglio sotterraneo due sole cassaforti che erano piazzate nel salone dove vivevamo noi..e dal quelle due cassaforti al bisogno tirava fuori, di tanto in tanto, qualche orologio magari solo placcato oro, i militari che cominciavano a dare fastidio......
Non faceva per lui alcuna differenza , ovviamente, fossero quelli, Tedeschi, o viceversa Americani o Inglesi.....amici o nemici..non importava...meglio tenersi buoni tutti quanti..........

SOLO COSI' SI SOPRAVVIVE AD UNA GUERRA
.


SPESSO ARRIVAVANO GLI AREOPLANI PER BOMBARDARE QUEL PONTE NELLA VALLE, LI SOTTO.
LO FECERO QUASI OGNI GIORNO PER MESI E MESI......PERCHE',LA DISTRUZIONE DEL PONTE ERA EVIDENTEMENTE RITENUTA DAGLI ALLEATI MOLTO IMPORTANTE PER TAGLIARE LA RITIRATA AI TEDESCHI. LA PAURA, LA VISTA DI QUELLE BOMBE SGANCIATE ESATTAMENTE SULLE NOSTRE TESTE, ERANO UNA SORTA DI RICHIAMO PER TUTTA LA FAMIGLIA, CHE SI RACCOGLIEVA SUL GRANDE TERRAZZO CHE DOMINAVA LA VALLATA A GUARDARE.
... IO, BAMBINA DI SEI ANNI TERRORIZZATA .... PIANGEVO DISPERATAMENTE.
ALLORA LUI O MIO PADRE MI PRENDEVANO IN BRACCIO E TENTAVANO DI SPIEGARMI CHE NON C'ERA DA TEMERE.

MIO PADRE PARLANDO DI TRAETTORIA E DI FORZA DI INERZIA CHE AVREBBE PORTATO LE BOMBE LONTANO DA NOI..E MIO NONNO, DICENDOMI CHE SE VOLEVO STARE AL SICURO, AVREI POTUTO ANDARE A RIFUGIARMI IN MEZZO ALLE DUE ENORMI CASSAFORTI APPOGGIATE AD UN MURO MAESTRO DEL SALONE POICHE' LI, NE BOMBE NE PROIETTILI AVREBBERO POTUTO COLPIRMI.-


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Piano d’Orta viene bombardata 36 (trentasei volte) ed a subire i danni più disastrosi è proprio il complesso chimico.
I tedeschi, che avevano occupato e gestivano la fabbrica, avevano il loro comando alla Via Provinciale per Torre dè Passeri, al Piano Primo dell'abitazione di Legnini Francesco. Durante questi bombardamenti, la popolazione era solita rifugiarsi nelle grotte naturali esistenti nelle pareti rocciose delle gole del Fiume Orta.
Finita la guerra ,la ripresa della produzione industriale, le lotte sindacali, i primi scioperi a livello Nazionale; pian piano lo smantellamento ,e la definitiva chiusura nel 1966. La Montecatini ,l’area di risulta di questa fabbrica ,per il Pianodortese di oggi è lo specchio della storia ,della sua storia, e l’odore che ancora emana la pirite ,questo elemento in polvere che viene scartato dalla lavorazione del ferro e che ancora abbonda e di tanto in tanto fa capolino in mezzo agli scavi delle nuove costruzioni che si innalzano verso il cielo all’interno dell’antica fabbrica ,è l’ossigeno della vita .Una delle particolarità più attraenti del nostro paese è la sua posizione geografica all’interno della Valle dell’Orta ,una delle più belle vallate dell’Appennino.
La Vallata del Fiume Orta ,tra le alte pareti della Maiella e del Morrone , da 1.300 metri d’altezza ,con un pendio del 4% va a sboccare dopo 25 Km. nel Fiume Pescara .
Una vallata di grande interesse turistico,di traffici e di bellezze naturali.

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LE DATE


10 giugno 1940 L’Italia entra in guerra a fianco della Germania---
25 luglio 1943 Fine del Fascismo
8 settembre 1943 Armistizio con gli angloamericani
23 settembre 1943 Mussolini costituisce il nuovo governo fascista repubblicano
13 ottobre 1943 Il Regno d’Italia dichiara guerra alla Germania
settembre 1943/aprile 1945 Occupazione tedesca, avanzata alleata e guerra partigiana
25 aprile 1945 Liberazione dell’Italia settentrionale
28 aprile 1945 Mussolini mentre tenta di fuggire è riconosciuto e ucciso su ordine del CLNAI


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Repubblicana che entrerà in vigore l’1 gennaio 1948

8 Settembre 1943, l'armistizio

Cronologia 8-12 settembre 1943

8 settembre 1943 Il capo del Governo Badoglio invia al quartier generale alleato ad Algeri un messaggio in cui informa Einsenhover di non poter annunciare l'armistizio a causa della consistente presenza di truppe tedesche nei dintorni della capitale e sconsiglia l'invio della divisione aviotrasportata data l'impossibilità italiana di fornire il carburante e i mezzi necessari ai reparti sbarcati. Eisenhower respinge la richiesta di ritardare l'annuncio e minaccia pesanti ritorsioni in caso contrario; anzi, alle 16.30 radio New York anticipa la notizia della firma dell'armistizio con l'Italia. Poco dopo il re, Badoglio, Guariglia, Acquarone, Carboni e i ministri della guerra, della marina e dell'areonautica si riuniscono al Quirinale, dove arriva la notizia dell'annuncio dell'armistizio dato dagli americani. Al nord reparti tedeschi comandati da Erwin Rommel iniziano i rastrellamenti dei soldati italiani e l'occupazione dei punti strategici, in particolare impianti industriali e vie di comunicazione.
Alle 19.45 Badoglio con un messaggio alla radio rende nota agli italiani la notizia dell’armistizio, firmato segretamente il 3 settembre a Cassibile, in Sicilia, dal plenipotenziario italiano generale Castellani e dal generale americano Smith. L'Italia precipita nel caos. Il Re Vittorio Emanuele III e Badoglio lasciano Roma e, a bordo di una nave da guerra, da Pescara raggiungono Brindisi, nella zona già occupata dagli Alleati. L’esercito, lasciato senza ordini precisi, quasi ovunque si dissolve. I tedeschi, che nei giorni precedenti avevano fatto affluire rinforzi dal Brennero, avviano immediatamente l'operazione Achse, che attua le disposizioni a suo tempo predisposte in tale eventualità, e occupano di fatto la penisola italiana, disarmando e catturando centinaia di migliaia di militari italiani, in Italia, in Grecia, in Albania, in Jugoslavia e sugli altri fronti, avviandoli alla prigionia in Germania. Solo la flotta navale, ad eccezione della corrazzata Roma affondata dai tedeschi, riesce a sottrarsi alle mire tedesche e a consegnarsi agli alleati nell'isola di Malta. Per l’esercito italiano l’annuncio dell’armistizio è uno sfacelo: 60.000 fra morti e dispersi, oltre 700mila soldati internati in Germania; fra i superstiti, molti fuggono verso casa, molti danno vita a bande partigiane che animeranno la Resistenza. Gli antifascisti danno vita al Comitato di liberazione nazionale, chiamando il popolo “alla lotta e alla resistenza”.

La notizia dell’armistizio era stata tenuta segreta proprio per scongiurare la reazione dei tedeschi, in vista del progettato aviosbarco di truppe anglo-americane a Roma. L’operazione, troppo rischiosa, viene però annullata. Nella capitale, in particolare nel quartiere di Porta San Paolo, esercito e popolazione insieme riescono a fermare l'avanzata del maresciallo Kesselring. Durante la notte le divisioni Granatieri, Ariete e Piave fermano i tedeschi intorno a Roma. Incominciano le operazioni di sbarco della V armata americana nel golfo di Salerno, dove sono schierate le forze tedesche comandate dal generale von Vietinghoff. Gli inglesi sbarcano a Taranto.

Quella notte Vittorio Emanuele III, Badoglio e i generali abbandonano Roma e fuggono a Pescara, da dove la Marina li porterà a Brindisi sotto protezione alleata.

9 settembre Gli Alleati sbarcano a Salerno, dove però rimangono bloccati alcuni giorni a causa della feroce resistenza che i tedeschi oppongono dalle colline che circondano la zona di sbarco, ritardandone l’avanzata verso nord. Alcuni gerarchi fascisti scappati in Germania dopo il 25 luglio - tra i quali Vittorio Mussolini, Roberto Farinacci, Alessandro Pavolini, Guido Buffarini Guidi - lanciano dal quartier generale di Hitler un proclama che accusa il re e Badoglio di tradimento e annuncia la nascita di un nuovo governo fascista. I principali partiti antifascisti del Comitato delle opposizioni costituiscono a Roma il Comitato di Liberazione nazionale, Cln. Lo compongono i comunisti Giorgio Amendola e Mauro Scoccimarro, gli azionisti Sergio Fenoaltea e Ugo La Malfa, i socialisti Giuseppe Romita e Pietro Nenni, Alcide De Gasperi (Dc), Meuccio Ruini (Democrazia del Lavoro) e Alessandro Casati (Pli). Poco dopo si costituiranno i Cln regionali.

10 settembre I tedeschi ottengono la resa dei contingenti italiani posti a difesa di Roma. In quelle stesse ore, in molte località del nord e del centro Italia, nelle zone occupate dai tedeschi, gruppi di antifascisti - soprattutto quadri dei partiti antifascisti, molti già combattenti nelle Brigate internazionali in Spagna, altri liberati dal confino o dal carcere - saliranno sulle montagne per formare i primi nuclei di guerriglia. A questi "antifascisti politici" si aggiungeranno presto soldati sbandati, o altri giovani per i quali, come osserva Guido Quazza, la scelta della resistenza era quasi "esistenziale", fondata su una spontanea volontà di reagire all'occupazione tedesca, in un tentativo di rivincita contro il fascismo e le vecchie classi dirigenti. E' l'inizio della Resistenza.

11 settembre Dai microfoni di radio Bari il re annuncia - con voce flebile - il suo trasferimento nell'Italia liberata: "Per il supremo bene della patria che è sempre stato il mio primo pensiero e lo scopo della mia vita, e nell'intento di evitare più gravi sofferenze e maggiori sacrifici, ho autorizzato la richiesta di armistizio. Italiani, per la salvezza della capitale e per potere pienamente assolvere i miei doveri di re, col governo e con le autorità militari mi sono trasferito in altro punto del sacro e libero suolo nazionale...".

12 settembre Il piano di invasione tedesco è concluso e il Paese è diviso in due zone, il Regno del Sud e l'Italia "occupata" al nord, dove - a seguito della liberazione di Mussolini, che avviene su ordine di Hitler - verrà costituita la Repubblica Sociale Italiana.
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Arrivo quindi la disfatta e l'esercito si disperse.....e a Torre dei Passeri arrivarono nottetempo anche ISIDORO con i gradi di tenente e il suo attendente un giovane friulano ... ambedue terrorizzati da quello che avevano vissuto.
A quel punto bisogno' creare per loro e per tutti gli uomini validi che vivevano nel castello ...un rifugio sicuro che permettesse a tutti di nascondersi perevitare le rappresaglie tedesche ... aspettare la fine della guerra .
Al cancello fu appeso un cartello con su scritto MANICOMIO ...

La scusa era li pronta e servita su un piatto d'argento: infatti il primo figlio maschio di mio nonno, era malato dalla nascita, per cui lo si utilizzo' come specchietto per le allodole.......lo si faceva sedere di fronte al cancello del castello ....su una sedia a rotelle, insieme alla sua cameriere vestita di bianco che poteva sembrare una infermiera, in modo che chiunque passasse di li..lo potesse vedere e credesse che quello era veramente un luogo dove c'erano solo malati mentali e vecchi.
E lui passava il tempo spensierato, tagliando figurine di carta che poi regalava a noi bambini..... ed io che ero la più piccola, me lo ricordo anche perchè alle volte me ne regalava qualcuna ...
Ma tutto questo non bastava dati i tempi pericolosi e cosi' mio nonno e mio padre ...per una volta daccordo, studiarono una soluzione per nascondere tutti gli uomini validi che i Tedeschi ormai incattiviti, venivano a cercare sempre più spesso, per farli lavorare forzatamente o addirittura per vendette e rappresaglie.
Era necessario preparare una camera segreta per nascondere tutti gli uomini validi a evitare che i tedeschi potessero venire prelevarli con la forza per utilizzarli per lavori forzati.
Cosi' mio padre scavo' un buco rotondo grande abbastanza per far passare una persona per volta..... in un muro che immetteva in una camera con bagno che , tra l'altro, aveva anche una scaletta, una via di fuga verso i tetti ed il bosco.
Davanti al buco, per nasconderlo , pose un grande armadio, il cui pannello posteriore poteva sollevarsi con una piccola spinta, così , quando bisognava nascondersi si apriva la porta dell'armadio, si sollevava il pannello posteriore del vecchio armadio e si entrava nella camera nascondiglio....dove si poteva rimanere o raggiungere il bosco.



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Il nascondiglio segreto piacque moltissimo al tenentino in fuga e al suo attendente friulano, ma fu anche provvidenziale in moltissimi casi:
I contadini giu' nella valle, riuscivano ad avvertire gli abitanti del paese dell'arrivo dei tedeschi, cosìche tutti potessero mettersi in salvo
Infatti non appena si avvicinava qualche camionetta di soldati che cominciava a salire per le strade del paese, i contadini cominciavano a gridare e questo grido curioso ......ancora lo ricordo:
Era una strana parola abruzzese :
:" ELLELE'!! ELLELE'!!!!!
....e che significava infatti: "eccoli!!!!"
"

A quel grido tutti gli uomini e anche i ragazzi, correvano verso l'armadio attraverso il buco e passavano nella stanza segreta......così, se per caso, i tedeschi facevano una incursione e chiedevano di entrare nel castello, mio nonno generalmente si limitava a riceverli gentilmente, magari vendedo loro anche qualche orologino.
CON QUESTO STRATAGEMMA PERO' NON SI RIUSCI' AD EVITARE CHE LE VISITE DEI TEDESCHI DIVENISSERO FIN TROPPO FREQUENTI.....E UN BRUTTO GIORNO, UN CAPITANO PARTICOLARMENTE SVEGLIO E ASTUTO, CHE EVIDENTEMENTE AVEVA RIFLETTUTO A LUNGO E VOLEVA VEDERCI CHIARO, SI PRESENTO' AL CANCELLO CON UN GRUPPO DI SOLDATI ARMATI E
SENZA MOLTI COMPLIMENTI, CHIESE AL NONNO DI POTER FARE UN GIRO PER IL CASTELLO.
Ricordo bene questa visita:
IL CAPITANO CAMMINAVA AVANTI COL NONNO CHIACCHIERANDO, DIETRO ANDAVANO TUTTE LE SUE FIGLIE SIGNORINE cercando di non mostrare la paura che le attanagliava e dietro di loro eravamo noi piccoli. IL TEDESCO SEMBRAVA INTERESSATO SOPRATUTTO AL PANORAMA E SI fermava per affacciarsi a quasi tutte le finestre come se fosse interessato al panorama. GUARDAVA GIU' NELLA VALLE, MA POI, ALLA FINE DEL GIRO, SI FERMO'GIUSTO DAVANTI ALL'ARMADIO, E QUASI SCHERZANDO, OSSERVO CHE DA GIU', DAL PAESE,AVEVA CONTATO LE FINESTRE DEL CASTELLO, ED ERA SICURO CHE ERANO 40, MENTRE ORA NE AVEVA VISTE SOLO 39, QUINDI CI DOVEVA ESSERE UNA CAMERA NASCOSTA,DA QUALCHE PARTE CHE DOVEVA AVERE LA FINESTRA MANCANTE. ..POI SENZA PERDERE ALTRO TEMPO ORDINO' AI SUOI SOLDATI DI APRIRE IL GRANDE ARMADIO DOVE C'ERA IL PASSAGGIO SEGRETO. I SOLDATI NON CI MISERO MOLTO AD ALZARE IL PANNELLO DI LEGNO CHE NASCONDEVA IL PASSAGGIO.
Ovviamente, in quel momento tutti capirono che bisognava fare qualche cosa....ma cosa? I soldati stavano cominciando ad introdursi nella stanza attraverso il buco, mentre mio padre e tutti gli uomini che erano nascosti nel bagno, cercavano di correre per la scaletta che portava ai tetti e poi da lì di raggiungere il bosco per disperdersi....In quel momento, mia zia M. Vittoria , la più giovane e carina, il cui marito era tra quelli che stavano scappando,.approfittando del parapiglia, entro' con mia madre nell' armadio e passo' attraverso il buco, ......poi lancio' un grido e finse di svenire... mentre mia madre si dava da fare attorno a lei, dicendo che era stata colpita alla testa da una pietra caduta dalle scale.
Il capitano, tedesco rigido, ma sensibile alle grazie muliebri di mia zia,mortificato, non pote' fare altro che fermarsi e richiamare i suoi uomini
Questo fatto permise ai fuggitivi di allontanarsi nei boschi e mettersi in salvo.
TUTTO FINI' CON UN BEL OROLOGIO D'ORO MASSICCIO .... REGALATO DA MIO NONNO AL CAPITANO.
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Mario fu l'ultimo dei fratelli di mia madre a essere richiamato sotto le armi..e fece giusto in tempo a vedere con i propri occhi e ad essere coinvolto nella la totale disfatta dell' esercito italiano.
Orfano.... gia a diciotto anni dovette andare in guerra.....ma subito fu fatto prigioniero dai tedeschi.
Dimagrito e malato, e' poi tornato a casa, ricoperto di piaghe, pulci e pidocchi.
Ha visto tutto quello che un ragazzo di diciotto anni non era preparato a vedere e ne è rimasto scosso.... per la vita.
Un giovane buono e generoso, incapace di difendersi che avrebbe forse potuto avere una vita serena e che il potere fascista, la presunzione, l'ingordigia altrui, ha condannato a una vita sfortunata.Nessuno si è veramente occupato di lui che , per come io lo ricordo era una persona dolce e incapace di difendersi, amante della musica classica e forse non adatto a questo mondo di sopraffatori.
Parlava sempre sotto voce, si ricordava di tutti e ha vissuto per moltissimi anni in una casa di riposo a Roma .....interdetto...forse perchè si era innamorato di una donna non adatta a lui.....
E' VISSUTO PER ANNI A ROMA IN UNA BELLA CLINICA....DOVE POTEVA USCIRE E ANDARE IN GIRO.....SERENAMENTE.....MA POI, PER ECONOMIA ...LO HANNO RINCHIUSO IN MANICOMIO.
DOVE E' MORTO ALL'ETA' DI .... BEN OLTRE SETTANTA ANNI, Quando è morto......tutti noi abbiamo ereditato ....e io ancora mi domando se questo è giusto.


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Gennarino detto GIMMY...era considerato un farfallone..perche' fisicamente molto prestante, piaceva alle donne ed aveva un certo fascino elegante, che gli permetteva di apparire bene in qualunque ambiente, anche in quelli snob della costiera sorrentina.Il suo matrimonio fini' presto e ne nacque un solo figlio Walter.
La cosa che mi preme di ricordare qui fu il fatto che fu lui e non altri, il vero protagonista del fortunoso ritorno a Napoli della famiglia di mio nonno.
Infatti fu tra i primi a mettersi in contatto con gli Inglesi e si arruolo' IN QUELLE MILIZIE CHE SERVIVANO AGLI ALLEATI rapportarsi con la popolazione.

Così appena Napoli fu liberata, riusci' ad ottenere un grosso camion. fornito di due bandierine inglesi che sventolavano ai lati del cofano, e, accompagnato da due soldati anche essi in divisa inglese, e con questo arrivo' inaspettatamente alle porte del castello di Torre dei Passeri, dove fino a qualche giorno prima, i tedeschi l'avevano fatta da padrone.
A QUEL PUNTO ne la popolazione, ne gli abitanti del castello sapevano gran che' di quello che succedeva in giro per l'Italia.
Quando il camion battente bandiera inglese comincio' a salire verso il castello, si udi, come sempre, il grido di avvertimento:
" ELLELLE'...ELLELLE'"...
...e tutti i paesani, come pure i miei parenti, fuggirono a nascondersi .
Solo le donne e i vecchi rimasero e si affacciarono dalle mura. Immaginate la sorpresa di sentirsi chiamare per nome in napoletano !!!
GENNARINO FECE UNA COSA IMPORTANTE , MA MIO NONNO, PUR FELICE DI AVERE UN MODO PER RITORNARE A NAPOLI IMMEDIATAMENTE E RIPRENDERE LA SUA ATTIVITA' DI COMMERCIANTE IN UN MOMENTO FAVOREVOLISSIMO, PRIMA DI TUTTI GLI ALTRI, CREDO CHE, IN CUOR SUO, ABBIA SEMPRE GUARDATO CON SOSPETTO UN FIGLIO CHE AVEVA AVUTO IL CORAGGIO DI ANDARE IN GIRO INDOSSANDO LA DIVISA INGLESE E NON SO SE LO ABBIA MAI RINGRAZIATO.
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8 maggio 1945 Fine della guerra in Europa
9 maggio 1946 Vittorio Emanule III° abdica a favore del figlio Umberto
2 giugno 1946 Elezioni libere per scegliere tra Monarchia e Repubblica e per formare
l’Assemblea Costituente
18 giugno 1946 Proclamazione ufficiale della Repubblica Italiana
22 dicembre 1947 L’Assemblea Costituente approva il testo della Costituzione .