domenica

pag.6 Le date della guerra

1939
19 Gennaio. La Camera dei deputati viene sostituita dalla Camera dei fasci e delle corporazioni. Cade l'ultimo velo che si frapponeva alla identificazione tra stato e partito. Febbraio. Vengono ritirati dal commercio i libri di autori ebrei e antifascisti, nell'ambito della cosiddetta "bonifica culturale". 28 Marzo. Il fascismo celebra la vittoria del generale Francisco Franco nella guerra di Spagna.6 Aprile. L'esercito dello stato italiano invade l'Albania. 12 Aprile. Una assemblea di notabili albanesi offre la corona di Albania a Vittorio Emanuele III. 22 Maggio. Galeazzo Ciano e Joachim von Ribbentrop a nome dei rispettivi stati siglano il cosiddetto "patto d'acciaio". L'alleanza prevede l'intervento delle parti in caso di un conflitto che veda coinvolto l'alleato (senza specificare se aggressivo o difensivo), la consultazione su avvenimenti internazionali che riguardino i contraenti, il non avanzare richieste di armistizio o di pace separata. Tutti questi impegni verranno disattesi.31 Maggio. L'Accademia dei Lincei perde la sua autonomia ed è incorporata nell'Accademia d'Italia. 15 Giugno. Cercando di compiere una 'pulizia etnica' indolore, lo stato italiano magnanimamente concede agli abitanti di cultura tedesca che vivono in Alto Adige, che sono stati italianizzati, di trasferirsi in Germania con tutti i loro beni a patto che il trasferimento avvenga entro tre anni. 23 Giugno. Eugenio Curiel, giovane scienziato padovano, esponente del partito comunista, è arrestato dall'Ovra a Trieste. 23 Agosto. Joachim von Ribbentrop e Viaceslav Molotov a nome dello stato nazional socialista tedesco e dello stato comunista dell'unione sovietica siglano un patto di non aggressione che comprende un protocollo segreto per la spartizione della Polonia e per la definizione delle rispettive zone di influenza (il Baltico, la Moldavia). Il patto conferma ancora una volta l'omogeneità strutturale dei due regimi, entrambi basati sullo statismo imperialista. La successiva invasione della Russia da parte dell'esercito tedesco non sarà altro che il tentativo di uno dei due contraenti di concludere la partita fra gli stati con una vittoria totale. 1 Settembre. L'esercito tedesco invade la Polonia. Il governo italiano non interviene a fianco dell'alleato nonostante l'assurdo e criminale impegno preso con la stipula del patto d'acciaio. 3 Settembre. Gran Bretagna e Francia rispondono all'aggressione tedesca dichiarando guerra alla Germania. Ottobre. Viene varata una imposta ordinaria sui patrimoni per rastrellare risorse in vista delle prossime avventure militari. 1 Novembre. La settimana lavorativa viene riportata a 48 ore.
1940
3 Gennaio. Viene istituita l'IGE (Imposta Generale sull'Entrata) che colpisce tutte le cessioni di beni e servizi. Costituirà per lo stato, per oltre 30 anni (quindi ben oltre la fine del fascismo), la fonte maggiore di gettito fiscale. 9 Aprile. L'esercito tedesco invade la Norvegia e la Danimarca. Il governo tedesco informa quello italiano solo dopo l'avvio dell'invasione, quindi senza rispettare gli impegni presi con la firma del patto d'acciaio. 10 Maggio. L'esercito tedesco invade Belgio, Olanda, Lussemburgo e dilaga in Francia aggirando le difese francesi (linea Maginot). Il governo italiano viene informato ad operazioni avviate. 31 Maggio. Il governo francese invita Mussolini ad astenersi dall'intervenire in guerra arrivando persino a dichiarare la propria disponibilità a negoziati su punti controversi. 10 Giugno. Il governo italiano dichiara guerra alla Francia e alla Gran Bretagna. La tragedia della guerra ha inizio ma inizia anche la fine del regime fascista. 15 Giugno. Viene dato l'ordine al capo di stato maggiore generale Pietro Badoglio di far partire l'attacco sul fronte francese entro il 23 Giugno. 17 Giugno. Il maresciallo Philippe Pétain, nuovo capo del governo francese, chiede l'armistizio dopo che le truppe tedesche sono entrate a Parigi. L'esercito italiano non ha ancora iniziato alcuna azione di guerra. 18 Giugno. Hitler e Mussolini si incontrano a Monaco per discutere sulla richiesta di armistizio. Mussolini avanza richieste (consegna della flotta francese, occupazione delle coste fino alla foce del Rodano, della Corsica, della Tunisia e delle coste somale) considerate eccessive persino da Hitler che decide di mettere da parte il governo italiano nelle trattative di resa del governo francese. 20 Giugno. Nonostante la richiesta francese di armistizio, inizia sulle Alpi l'offensiva dell'esercito italiano contro la Francia. 24 Giugno. Hanno termine le operazioni militari contro la Francia senza aver conseguito alcun risultato di rilievo. L'unica località conquistata è Menton, subito oltre il confine ligure.A Villa Incisa, nei pressi di Roma, il governo francese e quello italiano firmano l'armistizio. Il governo italiano si accontenta di poco (smilitarizzazione di alcuni territori di confine, uso del porto di Gibuti) se si fa il confronto con le incredibili richieste avanzate solo una settimana prima. Il buffone Mussolini ci aveva provato. 26 Giugno. Mussolini mette a disposizione di Hitler un corpo di spedizione per invadere la Gran Bretagna. Hitler respinge l'offerta. 28 Giugno. L'efficiente contraerea italiana abbatte sui cieli di Tobruk ... il proprio comandante, il governatore della Libia Italo Balbo. Si capisce sempre più perché Hitler ha rifiutato l'offerta di aiuto militare degli italiani. 4 Luglio. Le truppe italiane aggrediscono il Sudan occupando le località di Kassala e Gallabat. 9 Luglio. A Punta Stilo sulla costa ionica si ha uno scontro tra unità navali italiane e inglesi. Gli aereoplani italiani bombardano ... le navi italiane dando prova del perfetto coordinamento tra forze di cielo e forze di mare. 19 Luglio. A Capo Spada (Creta) le navi inglesi affondano l'incrociatore Bartolomeo Colleoni (stazza : 5000 tonnellate). 5 Agosto. Il generale Rodolfo Graziani, nuovo governatore della Libia in sostituzione di Italo Balbo ucciso dalla contraerei italiana, si rifiuta di sferrare un attacco sul fronte cirenaico vista la mancanza di mezzi e di preparazione. A fine Agosto dovrà piegarsi agli ordini del generale Badoglio. Si ripropone lo scenario della prima guerra mondiale, con i soldati italiani mandati al macello da criminali in divisa da generale. 14 Ottobre. Mussolini comunica agli alti vertici militari la decisione di attaccare la Grecia. Finora, tranne che occupare qualche villaggio in Africa, l'esercito italiano non ha fatto vedere quello di cui è capace. Lo farà in Grecia facendosi spezzare le reni. 27 Ottobre. Hitler viene informato dell'aggressione alla Grecia solo alcune ore prima che inizi. Le clausole del patto d'acciaio (consultazione reciproca prima di avviare alcuna azione) si rivelano essere fatte di argilla friabilissima. 28 Ottobre. Il governo italiano dichiara guerra alla Grecia. 31 Ottobre. I ripetuti attacchi condotti fino al 5 Novembre contro le posizioni fortificate dei greci danno esito fallimentare. 11 Novembre. Le truppe britanniche rioccupano Gallabat (Sudan) evacuata dagli italiani. 12 Novembre. Gli inglesi attaccano la base navale di Taranto; affondano la corazzata Cavour e danneggiano gravemente la Littorio e la Duilio. 20 Novembre. In una lettera a Mussolini, Hitler critica aspramente la decisione di attaccare la Grecia. Il padrone rimprovera il servo. 3 Dicembre. L'esercito greco parte all'offensiva e conquista un terzo dell'Albania (colonia italiana). Mussolini è costretto a chiedere che l'esercito tedesco venga in suo soccorso. 8 Dicembre. Gli inglesi lanciano l'offensiva in Africa settentrionale. Nel corso del mese gli inglesi fanno prigionieri più di 120.000 soldati italiani. È la disfatta.
1941
19 Gennaio. Mussolini, in difficoltà su tutti i fronti in cui sono impegnati gli italiani sollecita l'appoggio delle truppe tedesche. Da alleato ad assistito. 22 Gennaio. Le truppe inglesi conquistano Tobruk in Cirenaica. 6 Febbraio. Le truppe inglesi conquistano Bengasi in Libia. 8 Febbraio. Genova è bombardata dal mare da una squadra navale inglese. La marina e l'aviazione dello stato italiano non intervengono. 25 Febbraio. Le truppe inglesi conquistano Mogadiscio in Somalia. 9 Marzo. L'offensiva italiana sul fronte greco-albanese non produce altro risultato che gravi perdite militari da parte italiana. 28 Marzo. A Capo Matapan (Peloponneso) una squadra navale inglese affonda tre incrociatori pesanti e due cacciatorpediniere italiani. Anche la corazzata Vittorio Veneto è colpita da un siluro ed è costretta a rifugiarsi nel porto di Taranto. Aprile. I tedeschi, sotto la guida del generale Rommel, riconquistano la Cirenaica. 8 Aprile. Le truppe inglesi conquistano Massaua (Eritrea) e catturano ciò che resta della flotta italiana nel Mar Rosso. 10 Aprile. Le truppe inglesi e i combattenti abissini entrano in Addis Abeba (Etiopia). 6 Aprile. L'esercito tedesco appoggiato da forze militari dello stato italiano, bulgaro e ungherese, invade la Jugoslavia. 10 Aprile. Lo stato italiano decide di costituire la Croazia come stato satellite. 18 Aprile. La Jugoslavia, costretta alla resa, firma l'armistizio. 20 Aprile. A seguito del decisivo intervento dell'esercito tedesco, lo stato ellenico capitola e chiede l'armistizio che viene firmato a Salonicco il giorno seguente. 3 Maggio. Lo stato italiano si annette la Slovenia. 19 Maggio. Ad Amba Alagi (Africa Orientale) le forze inglesi impongono la resa a quelle italiane. 22 Giugno. L'esercito tedesco inizia l'invasione dell'Unione Sovietica. Mussolini viene informato da Hitler solo il giorno prima nonostante l'attacco sia stato previsto già da alcuni mesi. 26 Giugno. Mussolini decide di inviare in Russia un Corpo di spedizione composto da 62.000 uomini. 4 Luglio. Resa delle truppe italiane a Dembi Dolo, al confine con il Sudan. 27 Settembre. Lo stato introduce la nominatività dei titoli azionari per tassare sia compratori che venditori. Con questo provvedimento si intende anche canalizzare il risparmio verso i titoli di stato, per finanziare il debito statale che ha superato gli 80 miliardi. 27 Novembre. Resa delle truppe italiane a Gondar (Etiopia). 7 Dicembre. Lo stato giapponese attacca la base navale americana di Pearl Harbour. 11 Dicembre. Lo stato italiano dichiara guerra agli Stati Uniti secondo gli impegni previsti dal patto con la Germania e il Giappone. 24 Dicembre. L'esercito inglese riconquista Bengasi e tutta la Cirenaica.
1942
Dicembre. In un discorso alla nazione Mussolini fa il bilancio della guerra italiana sui vari fronti : 40.000 caduti, 2000 morti sotto i bombardamenti, 232.000 prigionieri, 37.000 dispersi.
1943
Marzo. Alcuni scioperi nelle fabbriche del nord d'Italia (Milano, Torino) scatenano un vasta repressione, con l'arresto di oltre 2000 persone. 13 Maggio. La guerra in Africa termina con la resa in Tunisia delle forze tedesche e italiane. 24 Giugno. In un discorso al direttorio del partito nazionale fascista, riferendosi all'eventualità di uno sbarco anglo-americano in Sicilia, Mussolini afferma : "Bisogna che non appena questa gente tenterà di sbarcare, sia congelata su quella linea che i marinai chiamano del bagnasciuga". Affermazioni idiote di una persona che ha perso il senso della realtà. 9 Luglio. Gli anglo-americani sbarcano in Sicilia e avanzano senza difficoltà verso Trapani e Palermo. Solo gli inglesi incontrano qualche resistenza a Catania nella loro marcia verso Messina. 19 Luglio. Roma viene bombardata. Si contano 1500 morti. 22 Luglio. Palermo viene occupata dagli americani. 24-25 Luglio. Nella seduta del Gran Consiglio del Fascismo viene votato l'ordine del giorno Grandi che chiede l'esautorazione di Mussolini come capo del governo. Il regime cade per consunzione interna. 25 Luglio. Breve colloquio di Mussolini con il re che gli annuncia la sua sostituzione a capo del governo con il maresciallo Pietro Badoglio, un militare totalmente coinvolto nel fascismo e diretto responsabile delle operazioni in varie guerre di aggressione (Etiopia, Grecia). All'uscita del colloquio Mussolini viene arrestato dai carabinieri. 26 Luglio. Il capo di stato maggiore dell'esercito, generale Mario Roatta, preannuncia in una circolare l'uso di misure repressive contro chiunque manifesti il suo pensiero attraverso assembramenti e cortei. Risultato : prima della fine del mese di luglio le cosiddette forze dell'ordine faranno 83 morti, 308 feriti e arresteranno oltre 1500 persone. È iniziato lo statismo post-fascista. La repressione continua. 28 Luglio. L'ex-fascista Pietro Badoglio emana un decreto per lo scioglimento del partito nazionale fascista. 9 Agosto. Scioperi in Piemonte e in Lombardia per la fine della guerra e la costituzione di commissioni interne di fabbrica. L'esercito reprime le agitazioni. 3 Settembre. Dopo ritardi ed esitazioni da parte italiana, a Cassabile viene firmato l'armistizio con gli anglo-americani. L'esercito italiano si impegna a cessare le ostilità e a porre fine alla collaborazione con l'esercito tedesco. 8 Settembre. Il capo del governo Pietro Badoglio non vuole annunciare l'avvenuta stipulazione dell'armistizio per paura di ritorsioni da parte dell'esercito tedesco. Ambiguità e doppio gioco continuano a imperare sovrani all'interno dello stato italiano. Nel pomeriggio (ore 16,30) Radio New York diffonde la notizia. Alle 19,45 Badoglio trova il coraggio di annunciare alla radio l'avvenuta firma dell'armistizio, dando solo vaghe indicazioni. 9 Settembre. Il re, Badoglio e alti funzionari dello stato abbandonano Roma e si dirigono a Brindisi per porsi sotto la protezione degli anglo-americani. È la fine di ogni senso della decenza e del dovere, la bancarotta morale dello stato in tutte le sue articolazioni (corona, esercito, burocrati). 10 Settembre. Roma viene occupata dalle truppe tedesche. 12 Settembre. Mussolini viene liberato dai tedeschi a Campo Imperatore sul Gran Sasso (Aquila) dove era stato confinato. 18 Settembre. Mussolini annuncia da Radio Monaco (Baviera) la costituzione del partito fascista repubblicano e di una repubblica nelle regioni dell'Italia settentrionale sotto il controllo dall'esercito tedesco. 23 Settembre. Mussolini rientra in Italia per formare il governo della nuova repubblica italiana (che assumerà il nome di repubblica sociale italiana) e sceglie come sua sede Salò (Brescia) sulle rive del lago di Garda. 29 Settembre. Badoglio firma a Malta la resa totale (il cosiddetto armistizio lungo in quanto prevede in maniera più dettagliata i termini della resa) nei confronti delle forze anglo-americane. 1 Ottobre. Sono istituite la regione dell'Alpenvorland (comprendente le province di Trento, Bolzano e Belluno) e dell'Adriatisches Küsterland (comprendente le province di Udine, Gorizia, Trieste, Pola, Fiume e Lubiana). Entrambe queste regioni vengono annesse al Reich tedesco. Da alleata ad asservita. 13 Ottobre. Il governo Badoglio dichiara guerra alla Germania. È il capovolgimento totale di tutte le posizioni.
1944
13 Gennaio. A Montefalcone Sannio e a Torremaggiore (Foggia), si verificano rivolte contadine che sono represse con estrema violenza da reparti dell’esercito e della polizia con uso delle armi da fuoco, provocando un numero indeterminato di morti e feriti. 18 Febbraio. La repubblica sociale italiana introduce la pena di morte per i renitenti alla leva. Combattere e morire o morire senza combattere; con lo stato tutte le alternative sono mortifere. 1 Marzo. Sciopero generale nell'Italia sotto il controllo dello stato tedesco. Centinaia di scioperanti verranno arrestati e mandati a lavorare in Germania. 14 Marzo. L'Unione Sovietica è il primo degli stati a riconoscere il governo dell'ex-fascista Pietro Badoglio. Tra cinici voltagabbana ci si intende a meraviglia. 29 Marzo. A Partinico (Palermo), nel corso di una manifestazione contro il carovita, un sottufficiale dei carabinieri uccide Lorenzo Pupillo, minorenne. Negli scontri muore anche il maresciallo dei carabinieri Benedetto Scaglione. 13 Aprile. Viene istituito l'Alto commissariato per l'epurazione che diventerà il 26 Maggio l'Alto commissariato per la punizione dei delitti e degli illeciti del fascismo. I nuovi padroni dello stato riscrivono la storia. D'ora in poi fascismo è male e antifascismo è bene. La fattoria degli animali ha cambiato direttori ma la zuppa è sempre la stessa, vale a dire statismo per tutti. 15 Aprile. Il filosofo Giovanni Gentile viene assassinato a Firenze dai Gap (Gruppi di azione patriottica), formazioni di matrice prevalentemente comunista. Nel 1926 era toccato a Benedetto Croce subire violenza. Con i zelanti becchini di stato cambiano solo i bersagli ma non la musica, fatta come sempre di sopraffazione e morte. 21 Aprile. A Roma, la polizia apre il fuoco contro le donne che manifestano per la mancanza di cibo, uccidendo Caterina Martinelli. 27 Maggio. A Regalbuto (Enna), nel corso di un raduno separatista si verificano gravi incidenti nel corso dei quali muore per mano dei carabinieri il segretario della locale federazione del Pci Santi Milisenna. Altre 2 persone rimangono gravemente ferite. 28 Maggio. A Licata (Agrigento), polizia e carabinieri sparano sulla folla che protesta per il ritorno all'ufficio di collocamento del dirigente fascista, provocando 3 morti, 18 feriti e procedendo all’arresto di 120 dimostranti. 15 Ottobre. Una manifestazione di contadini ad Ortucchio (L'Aquila) volta ad occupare terre incolte, è stroncata da carabinieri e guardie campestri che aprono il fuoco, provocando 2 morti e 4 feriti gravi. 19 Ottobre. A Palermo, un plotone di fanteria del 139° Rgt della divisione Sabauda apre il fuoco sulla folla che dimostra pacificamente per il pane, facendo una strage: 23 morti e 158 feriti. Ottobre. A Licata (Agrigento), nel corso di una manifestazione di contadini, i carabinieri aprono il fuoco uccidendo due persone e ferendone 19. 6 Novembre. A Roma, un agente di polizia uccide con un colpo di pistola Giorgio Misiti, mentre tracciava sui muri scritte anti-monarchiche. 14-15 Dicembre. A Catania, una folla manifesta contro il richiamo alle armi devastando il Municipio, la sede del Banco di Sicilia dove sono ubicati gli uffici dell’esattoria comunale, e recandosi dinanzi alla sede del Distretto militare, dal cui interno i militari esplodono colpi di arma da fuoco che uccidono il giovane Antonio Spampinato.
1945
4 Gennaio. A Ragusa scoppia una rivolta contro la coscrizione militare. L’esercito spara sulla folla che tenta di bloccare un camion che trasportava giovani verso il fronte, ferendo gravemente un ragazzo e uccidendo il sacrestano della chiesa di san Giovanni, con una bomba a mano che gli stacca la testa. La rivolta dei ‘non si parte’, lungi dal sedarsi, si inasprisce. Il movimento separatista siciliano si organizza con la formazione dell'Evis (Esercito volontario per l'indipendenza della Sicilia). La repressione dello stato post-fascista non tarderà a venire. 5-6 Gennaio. A Ragusa inizia la resistenza armata contro lo Stato. La rivolta è guidata da militanti socialisti e soprattutto comunisti, ignari delle posizioni del partito che l'ha stigmatizzata come "rigurgito fascista". La vendetta dell’esercito sarà spietata. Le cifre ufficiali parlano di 19 morti e 63 feriti fra gli insorti nella sola Ragusa e provincia e di 18 morti e 24 feriti tra carabinieri e soldati, ma diverse fonti ritengono le cifre sottostimate. 11 Gennaio. A Naro (Agrigento) si acutizza la rivolta contro la chiamata dei giovani alla leva. Il bilancio della repressione sarà di 5 morti, 12 feriti e 53 persone arrestate. 12 Gennaio. A Licata (Agrigento) durante disordini contro la chiamata alla leva è ucciso un manifestante. 18 Gennaio. A Roma, ingenti forze di polizia e dell'esercito rastrellano le borgate Gordiani e Quarticciolo, procedendo all'arresto di centinaia di militanti del PCI e di renitenti alla leva. Un sottufficiale dei carabinieri uccide, nei locali in cui veniva trattenuto in stato d'arresto, Arduino Fiorenza, comunista. 28 Aprile. Mussolini, fermato il giorno precedente mentre tentava la fuga in Svizzera, viene fucilato a Giulino di Mezzegra (Como) insieme all'amante Claretta Petacci. A Dongo vengono fucilati il segretario del partito Alessandro Pavolini, il ministro della cultura popolare Fernando Mezzasoma, il ministro dell'interno Paolo Zerbino, l'ex deputato comunista Nicola Bombacci. A Milano vengono fucilati l'ex segretario del partito fascista Achille Starace, a Vimercate (Milano) l'ex direttore del quotidiano 'Il regime fascista', Roberto Farinacci. La preoccupazione sembra quella di evitare processi lunghi che metterebbero in luce le responsabilità di un intero popolo e soprattutto il coinvolgimento di molti dei nuovi padroni. Si calcola che circa 15.000 persone siano state ammazzate dai nuovi padroni in quanto esponenti del regime perdente. Il nuovo potere ha bisogno di posti a cui piazzare i propri uomini. Le esecuzioni sommarie sono una sorta di licenziamento spiccio e definitivo. 29 Aprile. I cadaveri di Mussolini, della Petacci e degli altri gerarchi fascisti fucilati il giorno prima sono appesi a testa in giù a un distributore di benzina a Piazza Loreto (Milano). Il nuovo potere ha bisogno di esorcizzare il vecchio e di mostrare al popolo chi ha ora le redini del comando. I rappresentanti del comando tedesco in Italia firmano la resa che entrerà in vigore il 2 Maggio. Maggio. Lo stato post-fascista ha bisogno di soldi. Il ministro del tesoro Marcello Soleri lancia il "prestito della liberazione" e rastrella così 106 miliardi di lire. 2 Maggio. A Gravina di Puglia (Bari) la polizia di stato uccide un bracciante, Vincenzo Lobaccaro 8 Maggio. Resa dello stato tedesco e fine della seconda guerra mondiale in Europa. 12 Maggio. Il governo eroga delle somme di denaro a favore dei partigiani e prevede la possibilità di assumerli nella polizia e nell'esercito. Bisogna premiare i propri sostenitori. 1-2 Luglio. I carabinieri di Minervino Murge (Bari) uccidono due dimostranti. 4 Agosto. Il governo emana norme sui benefici e sui posti nell'amministrazione statale da riservare ai partigiani. La spartizione è iniziata. 2 Settembre. Resa dello stato giapponese. Fine delle ostilità su tutti i fronti. Risultato della follia nazionalista, razzista e imperialista degli stati : 55 milioni di morti, 35 milioni di feriti, 3 milioni di dispersi. 11 Settembre. A Piazza Armerina (Enna), nel corso di uno scontro con dimostranti, un carabiniere uccide il militante socialista Giovanni Pivetti. 29 Settembre. A Lecce, nel corso di una manifestazione di operai edili dinanzi alla Prefettura, i carabinieri uccidono Francesco Schifa, Oronzo Zingarelli e Nicola Favatano e feriscono alcuni dimostranti. 2 Ottobre. A Piazza Armerina (Enna) la polizia effettua una carica provocando un morto e diversi feriti tra i dimostranti che manifestavano contro il carovita e la mancanza di lavoro. 3 Ottobre. Sono arrestati a Palermo Andrea Finocchiaro Aprile e Antonino Varvaro, capi del Movimento per l'indipendenza della Sicilia (MIS). Verranno entrambi confinati sull'isola di Ponza (Latina). I metodi repressivi del potere statale non cambiano perché uno dei compiti principali dello stato è la repressione più o meno brutale e aperta del dissenso. Novembre. In Puglia, a Molfetta, Bisceglie, Corato, Bitonto, la polizia reprime le manifestazioni per il lavoro e per condizioni di vita più umane provocando morti e feriti tra i dimostranti. Dicembre. Ancora in Puglia, a San Severo, San Marco in Lamis, Torremaggiore, Martinafranca e Ostuni, la polizia interviene contro i manifestanti uccidendo 3 contadini e ferendone 2.
LA FINE DELLA GUERRA E LA LIBERAZIONE
Il 25 luglio 1943
Il re messo di fronte alla crisi del regime, destituisce Mussolini e lo fa arrestare, mentre il maresciallo Pietro Badoglio viene nominato capo del governo.
Il 26 luglio Badoglio forma un nuovo governo (appoggiato dalla monarchia, dalla chiesa e dall’esercito) composto da tecnici e alti funzionari della burocrazia, il quale procedette immediatamente a smantellare gli apparati della dittatura fascista e alla repressione di ogni manifestazione popolare antifascista (il bilancio finale fu di 83 morti e 516 feriti
La caduta del regime faceva pendere sull’Italia la spada di Damocle rappresentata dalla reazione tedesca.
Hitler che diffidava della monarchia e di Badoglio - nonostante questi si fosse affrettato a dichiarare che l’Italia rimaneva fedele alle sue alleanze - già andava maturando il proposito di assumere il controllo militare della nostra penisola. Il disegno governativo monarchico-badogliano ambiva a realizzare un ritorno alla situazione pre-fascista, in modo da evitare una nuova costituente, lasciando intatte le strutture conservatrici in campo economico e sociale, impedendo così che la caduta del fascismo mettesse in discussione l’ordinamento monarchico; ma per realizzare tutto questo occorreva innanzitutto sganciare l’Italia dalla Germania, inserendo il paese nella lotta delle potenze antinaziste (il programma del governo Badoglio venne appoggiato con vigore da Churchill, preoccupato di evitare che in Italia si aprisse un processo anti-monarchico, politicamente e socialmente radicale).
Nel frattempo i partiti antifascisti (PCI, PSI, PdA) che erano rimasti di fatto estranei al colpo di Stato del 25 luglio, riuniti in un comitato nazionale, premevano per la costituzione di un governo di unità nazionale e per la rottura immediata con la Germania. Le tendenze antimonarchiche insite all’interno del comitato, sfociarono in breve in un’opposizione al governo Badoglio, dal quale si dissociarono ufficialmente con un ordine del giorno approvato il 13 agosto.
Mentre l’esercito tedesco si apprestava a mettere in atto l’operazione Achse al fine di assumere il controllo militare dell’Italia, Badoglio avviava a Lisbona (3 agosto) delle trattative segrete con gli alleati, i quali chiesero la resa incondizionata e, per esercitare una pressione maggiore, intensificarono i bombardamenti aerei sulle città italiane. L’armistizio venne agli atti firmato a Cassibile in Sicilia, il 3 settembre 1943, ma la notizia fu resa pubblica solamente alle 19.45 dell’ 8 settembre 1943, attraverso un comunicato radiofonico.
La notizia colse completamente impreparati i capi militari e le truppe, lasciati colpevolmente da Badoglio senza istruzioni operative.
Il 9 settembre Badoglio e il re fuggono da Roma, dirigendosi dapprima a Pescara e successivamente, via mare, verso Brindisi nella zona occupata dagli Alleati. I giorni successivi segnarono il crollo dell’intera organizzazione dell’esercito italiano.
I tedeschi, nel quadro dell’operazione Alarico, catturarono e disarmarono in breve 600.000 soldati italiani (in maggioranza inviati nei campi d’internamento in Germania), dilagando su tutto il territorio italiano non occupato dagli alleati. Per quanto riguarda la sorte delle truppe italiane stanziate all’estero, essa fu tragica: la gran parte vennero fatte prigioniere dai tedeschi e quei pochi presidi che resistettero eroicamente (Corfù e Cefalonia) vennero barbaramente sterminati. Il governo Badoglio dei “quarantacinque giorni” aveva così portato l’Italia fuori dall’alleanza tedesca, ma in modo così inefficiente da determinare una tragedia per la sorte della popolazione civile, ormai vittima del brutale regime di occupazione tedesca.»
PIETRANZIERI PAESE MARTIRE VICINO ROCCARASO

La strage di 128 cittadini trucidati e tra questi 34 bambini. Un eccidio nazista compiuto 59 anni fa che non ha mai avuto giustizia. E' il massacro di Pietransieri compiuto da soldati della Wermacht gonfi di odio e pronti a ogni efferatezza pur di bloccare l'avanzata dell'Ottava armata canadese. I nomi dei responsabili della strage ora sono stati trovati: il generale Heidrich che aveva la responsabilità dell'area e il tenente colonnello Schultz. Ma nessuno ha mai chiesto un processo, giustizia. Dopo la Liberazione, coloro che dovevano perseguire i crimini di guerra erano pochi e distratti da tante altre cose. Le indagini sulla strage di Limmari, ossia la località di Pietransieri dove furono trucidati i cittadini, partirono con troppo ritardo, nel '46, e si interruppero un anno dopo, quando era stata individuata una pista: si entrava nella guerra fredda, la vera origine di questo mancato sforzo finale contro i crimini nazisti.
IL SACRARIO DEI LIMMARI RICORDA TUTTI I MARTIRI DELLA FOLLIA NAZISTA
La strage di Pietransieri fu compiuta il 21 novembre del 1943.
Da giorni i tedeschi avevano occupato quei luoghi, volevano fermare l'avanzata alleata e bloccare la via per Roma. Quel 21 novembre era un venerdì, una giornata nebbiosa i tedeschi, con la scusa di una perquisizione rastrellarono un centinaio di persone, ma altre 28 erano state già prese e fucilate nei giorni precendenti, quei cittadini spaventati erano sfollati da Pietransieri.
Erano giorni di terrore, i primi a morire a Pietransieri furono una madre con in braccio una bambina, entrambe trafitte con un colpo di baionetta.
Il 21 novembre, invece le 100 rastrellate furono raggruppate sopra la radura di Limmari, dove avvenne il massacro.
Si salvò solo una bambina di 9 anni, Virginia Macerelli ritrovata sotto al cadavere della madre.Quell'orrore aveva avuto dei testimoni.
Un memoriale (quello di un testimone oculare, Italino Oddis, all'epoca guardia municipale) e un diario quello del maestro di scuola elementare Antonio Di Cristofaro scritto appena dopo l'eccidio. In ricordo.....solo la medaglia d'oro del presidente Saragat e il cinquantennale commemorato da Giovanni Spadolini, allora presidente del Senato, il ministro degli interni Nicola Mancino. Ma mai un processo. Con la popolazione rassegnata a convivere con quella ferita aperta, come hanno scritto due cronisti Alessandro De Feo e Franco Giustolisi: «I morti furono raccolti nella tarda primavera del 1944 e trasportati al cimitero della frazione», racconta Mario Liberatore.
Una famiglia napoletana che aveva scelto Roccaraso, per sfuggire ai bombardamenti napoletani e lo aveva fatto, sperando che la figliola malata si giovasse del clima di montagna. ...e ...che si trovo' coinvolta negli eventi: riusci', nottetempo e per miracolo, a scappare da Roccaraso, raggiungendo i parenti più fortunati che si erano trasferiti a TORRE DEI PASSERI, con solo gli abiti che aveva in dosso, perdendo cosi' tutti i suoi averi.
da un articolo dell' Avvenire
: Il fronte di Ortona ...di Gianni Santamaria
Non c'era la steppa, ma il mare Adriatico. A difendersi casa per casa stavolta non erano i soldati con la stella rossa sul colbacco, ma i tedeschi. Eppure in quel dicembre del 1943 il «generale inverno» unito a una certa approssimazione degli Alleati - che credevano di trovare in Abruzzo un clima «mediterraneo» - e la ferrea volontà dei tedeschi di lasciare avanzare i nemici solo "al centimetro" con perdite gravose, fecero sì che la battaglia di Ortona si trasformasse in un misto di fango e sangue: in una Stalingrado d'Italia. Così si intitola il volume di Marco Patricelli (Utet, pagine 228, euro 15,50) che riporta l'attenzione sull'unica "battaglia urbana" della campagna d'Italia. «E non ci sarà niente di simile sul fronte occidentale», scrive l'autore, che ha già dedicato un volume a vicende "abruzzesi" della Seconda Guerra Mondiale, quello sulla liberazione del Duce al Gran Sasso (Mondadori). Ortona è un episodi o dimenticato, ma nel quale ci furono migliaia di morti per una cittadina che era "strategica" quasi solo per la propaganda, come mostra Patricelli. Il quale utilizza anche le testimonianze diaristiche e in viva voce dei protagonisti. Sia ortonesi - trovano spazio le testimonianze dei civili presi in trappola e le vicende del paese distrutto, come ad esempio quella della chiesa di San Tommaso apostolo, ridotta a uno scheletro - che reduci tedeschi e canadesi. Il Natale di sangue iniziò quando le avanguardie della compagnia D del reggimento Edmonton raggiunsero la periferia di Ortona il 20 dicembre. Dopo una lotta casa per casa - con i tedeschi asserragliati in punti strategici dopo aver minato molti punti - arrivarono in città. Negli stretti cunicoli che un tempo erano strade i carri armati passavano a fatica. E risultò subito chiaro agli occhi dei canadesi ciò che uno storico militare, Roch Legault, ha teorizzato della battaglia urbana: «Un combattimento destinato a degenerare e al di fuori di ogni controllo [...] costosissimo in termini di vite umane». «Tutto ciò che è successo prima di Ortona era una favola per bambini», scriverà il generale alleato Chris Vokes. Infatti, l'avanzata delle truppe di Montgomery, l'eroe di El Alamein, con la sua VIII Armata era stata indolore fino in Abruzzo, dove i tedeschi di Kesselring avevano iniziato una strenua resistenza, mettendo in campo le loro unità migliori, i paracadutisti: la Zentimeterkrieg, la guerra per difendere ogni centimetro. Gli Alleati, poi, avevano compiuto errori strategici (Montgomery era prudente al contrario del sanguigno Patton): non avevano sferrato il colpo quando i tedeschi erano vulnerabili. Petricelli ricostruisce tutte le tappe di avvicinamento: dalla battaglia sul fiume Moro, alla presa di Casa Berardi, un casino di caccia che fungeva da punto di controllo (i canadesi pagaro no un alto prezzo per conquistarlo), fino alla battaglia urbana vera e propria. Che si concluse con la ritirata dei tedeschi il 28 dicembre. L'obiettivo vero, Roma, sarebbe però stato raggiunto sfondando a Occidente dopo un altro tragico capitolo della Campagna d'Italia: Montecassino. Nelle sue memorie intitolate Da El Alamein alla battaglia del Sangro Montgomery sembra dimenticarsi di Ortona. Perché? Sia che si consideri Ortona come esito finale della battaglia del Sangro (inframmezzata da quella del Moro) sia come episodio a sé, il generale inglese non ne andò fiero, perché per lui «non rappresentava una battaglia vera». E, conclude Patricelli, neanche necessaria. Solo una "utile" prova di forza. Da una parte gli Alleati sbandieravano una facile presa di Roma (il vero obiettivo) tutt'altro che scontata; dall'altra i tedeschi volevano mostrare di poter resistere sulla linea Gustav. E si infilarono così in un vicolo cieco per un braccio di ferro costato troppe vite. A Lanciano......Iniziò il 5 ottobre 43 con l'attacco ad alcuni camion della Wehrmacht. Dopo la feroce uccisione del partigiano La Barba, che aveva partecipato all'azione, la rivolta si propagò in tutta la cittadina con una forte partecipazione popolare e di soldati ed ufficiali:- un ruolo importante ebbe il generale Mercadante. La rivolta fu soffocata dai nazisti che subirono però perdite elevate: quarantasette uomini. Lanciano è liberata dagli Alleati il 3 dicembre e, da quel giorno fino al giugno 1944, i tedeschi per vendetta la bombardarono quasi quotidianamente. I morti sono oltre 1.000. Città dichiarata Martire e decorata di Medaglia d'Oro al V.M.
A Francavilla al Mare .....Nella zona si organizza da subito una resistenza anche con la costituzione di una banda armata, tra le prime a nascere in Italia. La città viene sistematicamente minata tanto da dover disporre lo sgombero poiché il 90% dei fabbricati non è più in piedi. In seguito al ritrovamento del cadavere di un soldato tedesco, per rappresaglia vengono trucidati in Contrada S. Cecilia 20 paesani, catturati nelle pochissime case ancora in piedi. I loro cadaveri, per disprezzo, vengono gettati in un letamaio. 1945
1945 · sconfitta tedesca · fucilazione di Mussolini · suicidio di Hitler · insurrezione partigiana, · bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki · resa del Giappone
I grandi incontri internazionali svoltisi a Jalta (4-11 febbraio) e a Postdam (17 luglio - 2 agosto) tra i vincitori sovietici, americani e inglesi, furono dedicati all'organizzazione dell'Europa, e in particolare al futuro della Germania dopo la fine del conflitto. La conferenza di San Francisco, apertasi il 25 aprile, ebbe come oggetto l'organizzazione politica del mondo dopo la guerra: gli Alleati separarono nettamente la creazione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (adozione della Carta, 26 giugno) dall'elaborazione dei trattati di pace. Mentre Stalin, De Gaulle e Chang Kai-shek rimasero al potere, Roosevelt, morto il 12 aprile, fu sostituito da Truman e Byrnes succedette a Stettinius al dipartimento di Stato americano. Il territorio tedesco fu sottoposto a durissimi bombardamenti a tappeto, che non avevano il solo compito di danneggiare la produzione bellica ma anche di fiaccare la resistenza del popolo tedesco, furono sganciate milioni di tonnellate di bombe, furono compiuti i più devastanti attacchi aerei come a Francoforte, a Dresda morirono oltre 100.000 civili, la città fu rasa al suolo, nonostante ciò Hitler nella sua follia non si arrese, sperava infatti nelle "armi segrete" che non furono però prodotte in quantità sufficienti per cambiare il corso alla guerra. Mussolini, catturato dai partigiani mentre cercava di raggiungere la Svizzera, venne fucilato il 28 aprile e due giorni dopo Hitler si suicidò a Berlino, designando come suo successore l'ammiraglio Dönitz. In Estremo Oriente, i Giapponesi si impadronirono completamente dell'Indocina con un atto di forza contro i Francesi (9 marzo), ma subirono la denuncia dell'accordo di neutralità firmato con la Russia, che dichiarò loro guerra (8 agosto). La capitolazione del governo di Tokyo provocò lo smembramento delle conquiste giapponesi. In Indonesia, veniva organizzato un governo nazionale. In Indocina, Cinesi e Britannici si divisero il controllo del territorio, in applicazione degli accordi di Quebec e di Postdam. Analoga situazione si verificò in Corea con truppe sovietiche a nord e truppe americane a sud del 38° parallelo. La fine delle ostilità non fu seguita a breve distanza dai trattati di pace; quelli che vennero stipulati furono datati in periodi molto successivi: trattati di Parigi del 10 febbraio 1947 per Italia, Romania, Bulgaria, Ungheria e Finlandia; trattato di San Francisco dell'8 settembre 1951 per il Giappone (a cui non partecipò l'URSS); trattato di Stato del 15 maggio 1955 per l'Austria. Gli Alleati superarono il Reno in più punti (marzo), proseguendo rapidamente la loro avanzata verso il cuore della Germania, che, sottoposta a incessanti bombardamenti aerei, era ormai ridotta allo stremo. Mentre i Francesi si impadronirono di Stoccarda, gli Americani invasero la Baviera e raggiunsero Monaco (29 aprile). In Italia, dopo la stasi invernale, il generale Clark e il maresciallo Alexander lanciarono un'offensiva generale su tutto il fronte che portò le truppe alleate a raggiungere i principali centri dell'Italia settentrionale dove il 25 aprile il generale Cadorna, comandante militare del CLNAI, aveva ordinato l'insurrezione generale delle forze partigiane, che a partire dalla fine del 1943 avevano impegnato sempre più seriamente i Tedeschi e i fascisti, alla resistenza e sue operazioni si ispirarano molti poeti e scrittori come Fenoglio che scrisse "Il partigiano Jhonny, e Franco Fortini con "canto degli ultimi partigiani". La resa delle forze tedesche avvenne per gradi: a Caserta (29 aprile) per le truppe in Italia e Austria; a Luneburgo (4 maggio) per quelle in Vestfalia, Danimarca e Olanda; infine la resa incondizionata nelle mani dei comandanti in capo alleati firmata il 7 maggio a Reims da Jodl e confermata l'8 maggio a Berlino. Le bombe atomiche lanciate su Hiroshima (6 agosto, che provocò la morte di 80.000 persone, 35.000 feriti, 13.000 dispersi) e Nagasaki (9 agosto 40.000 morti) costrinsero il Giappone a cedere.
Le ostilità vennero sospese il 16 agosto del 1945.
Quadro politico del secondo dopoguerra (1945-1947) [modifica] Nel biennio 1945-1947 che segui'la fine della seconda guerra mondiale, fu data pratica attuazione a quanto deciso dai rappresentanti di Regno Unito (Churchill), Stati Uniti (F.D. Roosevelt) e URSS (Stalin) nella conferenza di Jalta del marzo 1945con la ripartizione di fatto dell’Europa in due zone d’influenza, anglo-americana quella occidentale, sovietica quella orientale, con la Germania smembrata e suddivisa tra le potenze vincitrici e una zona-cuscinetto rappresentata dalla neutrale Austria. L’Italia, che stava avviandosi a diventare una repubblica con il referendum del 2 giugno 1946 ed era nel pieno di un processo politico-istituzionale che ebbe il suo sbocco dapprima nella Costituzione (1° gennaio 1948) e, nelle prime elezioni politiche a suffragio universale (18 aprile 1948), si trovava in una situazione di frontiera, in quanto confinante a est e a ovest con entrambe le zone d’influenza (il Patto Atlantico, con il quale l’Italia formalizzò l’entrata nella sfera di influenza statunitense, nacque nel 1949); inoltre, il confronto politico in atto era tra i sostenitori dei due blocchi politici espressione delle due zone: la Democrazia Cristiana, partito d’ispirazione cattolica, vicino agli anglo-americani, e il Partito Comunista, ideologicamente affine all’URSS. Entrambe le forze politiche avevano espresso combattenti partigiani durante la Resistenza al nazifascismo, ma dopo la fine della guerra si attestarono su posizioni opposte. Per tale motivo numerosi sacerdoti, essendo l’espressione più immediatamente riconoscibile sul territorio della gerarchia ecclesiastica, la quale sosteneva la Democrazia Cristiana, furono spesso visti come avversari o nemici, indipendentemente dal loro attivismo politico recente (campagna attiva per la DC) o passato (fiancheggiamento del disciolto regime fascista). -------------------------- ----------------------------- ------------------------
Dopo un brevissimo intermezzo napoletano, la mia famiglia torno' a vivere in Abruzzo; ma questa volta andammo ad abitare
all'interno dello stabilimento che mio padreaveva avuto incarico di costruire e che si trovava all' incrocio di
due strade e non molto lontano dal fiume Pescara.
Le due strade che si incrociavano,conducevano una,
sulla collina dove sorge l'antica città di Chieti, e l'altra andava verso Pescara e l'incrocio dove si
doveva ampliare lo stabilimento,si trovava a poche centinaia di metri dalla stazione che serviva la città di Chieti. Infatti il posto era chiamato Chieti Scalo e distava
pochissimo dalle quattro casette che gia' allora
esistevano intorno alla stazione. Abbiamo vissuto lì per almeno quattro anni, perchè tanto è durato il lavoro
di mio padre alla C.e.l.d.i.t di Chieti Scalo
L' appartamento ci fu messo a disposizione dal gruppo di imprenditori, che aveva proposto a mio padre di riadattare lo stabilimento, che avrebbe dovuto produrre carta pregiata, per conto delle cartiere Burgo, se non ricordo male. Mio padre aveva oramai messo su una piccola impresa, con alcuni operai e un capocantiere e quel lavoro fu importantissimo per noi, che venivamo da un periodo di miseria e ristrettezze economiche. E fu così che noi vivemmo quasi 4 anni all'interno dello stabilimento. Fu un lavoro che apriva prospettive economicamente favorevoli per poter definitivamente stabilirci in Abruzzo e rimanere per sempre nella zona A Chieti Scalo, allora, c'erano solamente poche catapecchie e pochissimi abitanti e a poca distanza scorreva il fiume, ancora incontaminato senza scarichi industriali e limpido come un ruscello di montagna. Ma tutto intorno allo stabilimento abbondavano gia' mosche e gli insetti di ogni genere. . Per frequentare la scuola, ogni mattina dovevamo andare a Pescara con la macchina: sembrava quasi di percorrere una strada di campagna, molto diversa da come è oggi: una superstrada a varie corsie, con svincoli complicati e soprelevati, a scorrimento veloce, e dove passa, ogni giorno, una mole enorme di traffico anche pesante e che diventa addirittura caotico in certe ore specialmente d' estate. All'epoca ai margini della strada si vedevano solo qualche gruppo di casette basse di contadini, con qualche fiore nel giardinetto, sul davanti, dove in genere facevao da confine solo qualche alta pianta di malvoni.
A quel tempo, io frequentavo ancora le elementari e la mia carriera scolastica era gia' stata funestata da piccole spiacevoli esperienze. Infatti ero entrata nella scuola pubblica, dopo la fine della guerra, direttamente in seconda elementare, e mi ero dovuta confrontare con bambine che, invece, avevano gia' frequentato la prima ed erano molto più preperate di me, che non sapevo ancora scrivere sotto dettatura. Noi purtroppo, eravamo stati costretti a rimanere un altro anno a Torre dei Passeri per causa della guerra, e, quel anno di completa liberta', senza più il timore dei bombardamenti ne il suono delle sirene degli allarmi, era stato per noi ragazzi, un periodo felice fatto solo di giochi spensierati ed avventure bucoliche: eravamo infatti stati liberi di girovagare nel bosco, vicino al castello, di fare qualche amicizia al di fuori dell'ambito parentale,e poi imparare a conoscere ed allevare animali e uccelli, di fare qualche esperienza di vita campagnola e tranquilla, decisamente non..... da abitanti delle città.
Ricordo che mie madre compro' in quell'anno, perfino una mucca, per poter dare a noi ragazzi, latte fresco tutti i giorni e, ricordo che avevamo imparato a prepare il burro, con quello strano aggeggio di legno, dentro il quale, si doveva sbattere il latte fresco per trasformarlo in panna e burro.
C'era anche un vitellino molto carino.
Ricordo che spesso ci capitava di trovare dei passerotti caduti dal nido, che presto imparammo ad allevare, con uno stecchino o addirittura con le mani.
Piu' di una volta, qualcuna di queste bestiole è diventata per noi un prezioso e amato compagno di giochi. Qualcuno era così addomesticato che sembrava riconoscerci, e, a comando, veniva ad appoggiarsi sul dito, quando lo chiamavamo semplicemente, alzando un braccio, con la mano tesa.
Uscivano ed entravano liberamente dalle finestre del castello e poi, a ora di pranzo, questi passerotti biricchini , senza alcuna paura , venivano sulla tavola e rubavano gli spaghetti dal piatto, trascinandoli sulla tovaglia e sporcandola tutta col sugo. A volte mia madre si arrabbiava e dovevamo coprirli con una cupola di rete di quelle che si usano per difendere i cibi dalle mosche.Dopo la fine della guerra, quindi, quando i parenti napoletani se ne tornarono a Napoli,ormai città libera, noi restammo soli nel castello di Torre dei Passeri per circa un altro anno.
Poi andammo a vivere, per un breve periodo, a Pescara, dove io cominciai a frequentare la seconda elementare, ma, ahime', senza mai essere stata a scuola precedentemente.
Il mio primo giorno di scuola, che ricordo come uno dei più imbarazzanti della mia vita, mi dovetti confrontare con bambine che avevano invece frequentato tutto l'anno precedente. Rivedo ancora l'aula , quasi un sottoscala, scura, nuda, triste: un bel contrasto, per me, che venivo da un anno e mezzo di vita in campagna ... a Torre dei Passeri, dove avevo scorazzato liberamente in una casa enorme, nel suo grande cortile e nel bosco vicino, con un fratello e una sorella più grandi e tanti amici.

La maestra comincio' a dettare e io, lenta e quasi disperata, cercavo di seguire, ma, quando fu dettata la parola " ROSA", mi fermai completamente interdetta. Nessuno mi aveva ancora spiegato come si scriveva la "erre": non avevo , infatti, avuto modo di svolgere il programma di prima elementare e nessuno mi aveva ancora spiegato tutto l'alfabeto.
A peggiorare ulteriolmente la situazione ( forse non dovrei dirlo) a fine mattinata, incapace di trattenere oltre la pipi', mi bagnai e, per la vergogna, mi misi a piangere sconsolatamente, come una scema........
Solo allora la maestra mi spiego' che avrei dovuto alzare il braccio con la mano tesa, ogni qualvolta avessi voluto andare in bagno, come avevano fatto in continuazione, le mie compagne ben più esperte e sicure di me.

La mia frequentazione di quella particolare scuola non duro' molto, fortunatamente.
Infatti mio padre , dopo l'armistizio, aveva qualche problema a trovare lavori di un certo impegno e di una certa durata: inizialmente erano solo lavoretti di poco conto, nei paesi limitrofi, da raggiungere addirittura a dorso di mulo, magari d'inverno e con la neve alta. Spesso doveva andare in quei posti lontani dalle strade principali da solo, o, tutt'al più, accompagnato da uno o due operai: in genere si trattava di ripristinare piccoli tratti di strada o ponticelli distrutti dalle bombe.
Indossava la mantella tipica dei pastori abruzzesi, scura e di lana grezza e la coppola nera: praticamente sembrava un brigante!

Non erano lavori di grande impegno o particolarmente redditizzi, ma, finalmente, dopo tante distruzioni e tante bombe, si ricominciava a rendere le strade efficienti e anche tanti paesi isolati potevano di nuovo essere raggiunti da carretti e camions.
La sua macchina, gelosamente nascosta e preservata per molto tempo, durante la guerra, era stata, alla fine requisita e, se ricordo bene, trasformata in camioncino, tagliandola a metà, come si faceva allora per portare più merce.
Mia madre, stanca e scontenta, pero', dopo essersi venduta tutto il vendibile nei momenti peggiori, per dare da mangiare ai suoi tre ragazzi in crescita, brigo' non poco, per convincere mio padre a trasferirsi di nuovo a Napoli, dove forse, a suo dire, i parenti gioiellieri avrebbero potuto darci una mano.
QUINDI, DOPO TRASCORSI SEI MESI A PESCARA, TORNAMMO A NAPOLI.
Affittammo un piccolo appartamento economico in un vicoletto di Posillipo alta: una casa modestissima e scomoda, arredandola con pochi pezzi rimediati e delle reti. Quindi io ricominciai a frequentare la terza elementare in una scuola a Napoli nella parte alta di Posillipo. Ricordo benissimo anche questa prima giornata di scuola: mi ritrovai, a meta' anno scolastico, con compagne sconosciute, che parlavano in modo diverso dal mio e che , impietosamente, mi sbeffeggiavano per il mio accento e la mia pronuncia molto particolare.
OVVIAMENTE IO NON SAPEVO DI FARE QUALCHE COSA DI STRANO: NESSUNO SI ACCORGE DEL SUO ACCENTO, SE ALTRI NON LO FANNO NOTARE, E IO ERO SOLO UNA BAMBINA SBALLOTTOLATA DALLA GUERRA E NON CAPIVO COSA CI FOSSE DI STRANO NEL MIO MODO DI PARLARE... PARTICOLARMENTE NELLA PRONUNCIA DELLA SILLABA "SCI"
Le mie nuove compagne napoletane, mi chiedevano continuamente da dove provenissi, Sembrava quasi che io fossi un essere alieno proveniente da altri mondi e, alla mia risposta, invariabilmente commentavano: " PESCARA?.... E DOVE SI TROVA? Lo strano, per me, era che ero stata ugualmente sbeffeggiata a Pescara dove la mia pronuncia era stata bollata subito..... come napoletana.
A quel tempo, io avevo anche un altro problema : quando ero imbarazzata, ridevo e arrossivo timidamente, per cui, spesso e volentieri le care "compagne napoletane ", peggiorando crudelmente, la situazione, cominciarono a chiedermi perchè ridessi sempre.
OGGI SI CHIAMEREBBE TRAUMA INFANTILE, E CHI PUO' DIRE PER QUANTI ANNI ME LO SONO PORTATO DIETRO, QUEL TRAUMA, COSI' APPARENTEMENTE INSIGNIFICANTE?
UN FATTO E' CERTO: che io ricordo ancora benissimo, il mio imbarazzo e non ho affatto dimenticato neanche la cattiveria inconsapevole di tante mie coetanee ..verso chi, come me, appariva diversa, solo perchè veniva da un'altra regione e un'altra città.
Le radici del razzismo sono anche queste: siamo tutti razzisti e nessuno puo' considerarsi completamente libero da questo difetto, che, purtroppo, è insito nella natura umana e che ha origine da un istinto primordiale, legato alla necessità di difesa di tutte le razze animali, che diffidano sempre degli esemplari appartenenti a razze diverse, a meno che non siano stati allevati insieme a loro dalla nascita.

In pratica, tutti vorremo che gli altri fossero come noi, ma contemporaneamente siamo sempre pronti a scovare differenze, forse solo per poterle mettere alla berlina.
In conclusione, oggi io so benissimo di non avere molta pazienza con gli altri, ne riesco frequentemente ad avere uno spontaneo " feeling " di amicizia nei confronti delle appartenenti al mio stesso sesso: forse ancora oggi temo le loro critiche.
Non sopporto, ne amo, quelle persone che credono di saper fare tutto meglio degli altri: mi difendo generalmente allontanandomi, e difendo il mio modo di vivere, la mia vita privata, i miei pensieri più intimi.
So bene che il mio modo di pensare non sempre risulta allineato sulle posizioni delle mie coetane, o comunque delle altre anziane casalinghe, mamme e nonne borghesi, come me.
Allo stesso tempo, ho periodi in cui mi piace esprimere le mie idee, senza remore ne reticenze...ecco perchè forse oggi ho deciso di scrivere .................

Ritornando al mio racconto, mio padre , trascorsi altri sei mesi a Napoli, dove nessuno gli aveva proposto un vero lavoro da ingegnere costruttore accetto' quindi quel lavoro in Abruzzo...che gli venne proposto da un gruppo di colleghi napoletani che avrebbero dovuto costruire un grande stabilimento industriale, nella valle del Pescara..
Quando noi arrivammo c' erano solo alcune palazzine.
Ricordo l'arrivo nell'appartamento vuoto: in cui, chi sa per quanto tempo, erano rimaste alcune casse abbandonate da precedenti abitanti: erano coperte da sacchi e quando mia madre comincio' a sollevarli, avemmo una sgradevole sorpresa.
Le casse erano tutte ricoperte da scarafaggi che scapparono via, sibilando, tra le nostre urla di terrore. Cosi comincio' la nostra permanenza nella valle della "rinascita" che poi, ma non per noi,fortunatamente si trasformo' in valle del fallimento.

LO STABILIMENTO C.E.L.D.I.T L'HO RIVISTO ULTIMAMENTE DOPO SESSANTA ANNI : E' UNO SCHELETRO BIANCASTRO MEZZO DIROCCATO
Ho trovato questo su internet:

I TERRENI DI MADONNA DELLE PIANE di G.Zulli

Abbiamo ripetutamente scritto, negli ultimi tempi, che il futuro della storica cartiera oggi facente parte della Burgo Group e ieri primo vero investimento industriale in Valpescara, è sempre più incerto al punto da far dichiarare ai rappresentanti sindacali aziendali che, se non ci saranno fatti nuovi, lo stabilimento potrà avere 2 o forse 3 anni di vita. E così, anche il futuro delle famiglie degli ultimi 295 dipendenti è appeso a un tenue filo. La Celdit di Madonna delle Piane ha iniziato la sua produzione nel 1939, dopo 4 anni di lavoro per essere costruita, “come fabbrica per cellulosa e non della carta - come ricorda Nino Buccione, segretario provinciale dei cartai Cgil- ma attraverso varie fasi che hanno portato la proprietà a passare tra molte mani, la cartiera ha avuto sempre un ruolo importante nel mercato della carta patinata senza legno per uso grafico di elevata qualità”. Certamente, nel corso dei decenni che si sono ucceduti dalla sua nascita, si sono verificate molte novità nel campo dell’informazione ( basti pensare al ruolo delle emittenti radiotelevisive pubbliche e private, internet ecc.) che hanno contribuito a creare difficoltà ad aziende di questo tipo ma il vero problema, per la Burgo come per tante altre aziende sorte in Valpescara- pomposamente definita “Vallata della rinascita” da una miope classe dirigente locale- è l’uso piratesco che è stato fatto del territorio.
Sono stati, infatti, assegnati decine di ettari di terreno ad imprenditori che, generalmente, non hanno rispettato gl’impegni occupazionali assunti nel momento dell’ assegnazione dei lotti e questa amara considerazione vale per quasi tutte le aziende della“Vallata del fallimento” come oggi dovrebbe essere chiamata la Valpescara.
Marvin-Gelber, Fa.Rad., Richard-Ginori, Fus.Ac., Generalsider, Protexa, Sacca, Generaltex sono solo alcuni nomi di aziende che avrebbero dovuto occupare diverse migliaia di lavoratori e per lungo tempo. Queste aziende, ai primi venti di crisi per produzioni a basso valore aggiunto come le camicie, i radiatori, le porcellane ecc. hanno chiuso i battenti, buttato in mezzo alla strada migliaia di famiglie, lucrato sui terreni che avevano generosamente avuto in dote. I sindacati teatini, a dire il vero, hanno sollevato il problema della restituzione delle aree non utilizzate o sottoutilizzate a partire dall’inizio degli anni settanta, senza ottenere alcun risultato perché il Consorzio di sviluppo per l’area industriale, nonostante la rotazione di molti dirigenti e commissari, su questo specifico aspetto non ha saputo(?), voluto(?), potuto(?) dare risposte chiare e convincenti.
L’opinione pubblica teatina oggi si sta giustamente appassionando sui conti del Teatro Marrucino.Si parla di alcune centinaia di migliaia, forse un milione di euro di disavanzo e staremo a vedere come finiranno le cose. Ma sarebbe meglio che si appassionasse un po’ di più sulla autentica rapina del territorio fatta da imprenditori senza tanti scrupoli che hanno saputo solo lucrare su rendite di posizione acquisendo terreni della collettività a prezzi giustamente irrisori per la nobiltà degli scopi iniziali e rivendendoli a prezzo di mercato- perché forniti di tutte le infrastrutturazioni necessarie fatte a spese della collettività teatina- dopo aver disatteso tutti gl’impegni occupazionali.
Per stare solo all’ultima vicenda, la Burgo Group ha recentemente venduto lotti di terreno per la realizzazione del “Progetto Paglia” dai quali ha ricavato circa 10 milioni di euro, venti miliardi delle vecchie lire. Naturalmente, tutto si è svolto nel pieno rispetto delle leggi ma proprio questo è il punto: perché sono stati ceduti terreni per impiantare nuove fabbriche e nessuno ha mai posto una semplice clausola di restituzione, qualora gl’impegni assunti fossero stati disattesi?
Sono, questi, interrogativi ai quali, naturalmente, attendiamo risposte chiare ma, soprattutto, convincenti.
Giustino Zulli.