sabato

pagina 7 IL FRATELLO GUIDO

Tico Tico brasilirinho em accordeo



--------------------- La mia famiglia al completo era costituita di cinque persone e io ero la piccola di casa. Forse sarei stata viziata,come tutti i figli più piccoli, ma data la situazione
economica all'epoca,non ne ho avuto ne il tempo ne l'opportunità. Mio padre era sempre alla ricerca di appalti o di direzione di lavori,che gli permettessero di mandare avanti una famiglia completa con tre ragazzi da educare e crescere..in un 'epoca che, tutto sommato, non era delle migliori, anche se il regime imbottiva accuratamente le testecon slogans e propaganda, per impedire agli italiani di pensare:
DEVO DIRE CHE CI RIUSCIVA MOLTO BENE!
Siamo nati tutti e tre a Napoli, da genitori napoletani anche se la famiglia di mio padre, per la verità, aveva in precedenza vissuto a Milano, Torino, e anche Padova. Mio padre, infatti, aveva, di tanto in tanto , intercalari nordici e una certa avversione per la napoletanità dei suoi parenti acquisiti.
IL Calcio-Napoli fu fondato da alcuni napoletani tra cui anche un mio prozio:
I presidenti del Calcio-Napoli
1926-27: viene fondata l’Associazione Calcio-Napoli.
Giorgio Ascarelli primo presidente, poi una commissione formata dai signori Coppola, Elia, Picchetti Reale e Zingaro.
In seguito il presidente fu Nicola Sansanelli. 1927-28: Maggiore Gustavo Zingaro, poi il cav. Emilio Reale 1928-29: On. Giovanni Maresca di Serracapriola, duca della Salandra, poi ritornò Giorgio Ascarelli 1929-30: Giorgio Ascarelli 1930-31: On. Giovanni Maresca di Serracapriola 1931-32: On. Giovanni Maresca di Serracapriola, poi il comm. Eugenio Coppola 1932 fino al 1936: Ing. Vincenzo Savarese
1936 fino al 1940: Com.te Achille Lauro. Dal 15-6-1940 l’Ing. Gaetano Del Pezzo 1940-41: Avv. Tommaso Leonetti 1941-42: Gr. Uff. Luigi Piscitelli 1942-43: comm. Annibale Fienga 1944: dopo l’interruzione per il conflitto mondiale, nel 1944 vengono costituiti a Napoli due Club: la Società Sportiva Calcio Napoli e la Polisportiva Napoli. Nel 1945 i due Club si fondono con la denominazione Associazione Polisportiva Napoli. Nel febbraio 1947 ritorna l’Associazione Calcio Napoli
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MIA SORELLA E MIO FRATELLO , PIU' GRANDI DI ME DI QUATTRO E SEI ANNI sono andati a scuola nel periodo fascista.....le divise da balilla e da giovane italiana erano contestate da mia madre, ma ancora di più lìobligo che avevano i bambini a quel tempo di essere presenti a sfilate e manifestazioni di regime. esisteva anche una materia che si chiamava...cultura fascista.....e l'irregimentazione e il plagio delle menti giovani era totale.
Mi è capitato di avere tra le mani i diari degli scolari..dell'epoca,non miei ovviamente , ma di ragazzi che avevano una decina di anni più di me,e li ho trovati molto istruttivi , utili per capire come si inquadravano i giovani al momento..come li si rendeva completamente acritici,come si infiammavano cuori e menti, con idee che in altri contesti, sarebbero sicuramente apparsi ridicoli.
AD OGNI PAGINA, UNA FOTO DEL DUCE,UNA MASSIMA ALTISONANTE, UN PROPOSITO DI AUDACIA, DI SPREZZO DEL PERICOLO,DIO, PATRIA E DUCE.
......C'ERA FORSE ANCHE UN RE...MA NE RICORDO POCHINO. ......E POI CREDERE, OBBEDIRE, COMBATTERE! AD OGNI PAGINA, UN ANNUNCIO DI GRANDEZZA E DI GLORIA, ... E... QUELLA PAROLA..SEMPRE IN RISALTO: DUX DUX DUX."
I sillabari dell'era fascista insistevano soprattutto su due generi di parole: quelle che riguardano la campagna e quelle che riguardano la guerra, perché i bambini crescessero allenati a questa prospettiva. Sui testi scolasti si leggevano anche cose non vere per far si che l’Italia fosse unita e sicura di sè. Ad esempio l'affermazione che l’esercito Italiano, durante la Prima Guerra Mondiate, aveva salvato l'Inghilterra e gli Stati Uniti dal disastro e che Mussolini aveva fatto dell’Italia la prima nazione del mondo.
Riporto qui di seguito alcune frasi tratte dai libri di lettura obbligatori in terza elementare: "Sono gli occhi del Duce che vi scrutano. Che cosa sia quello sguardo, nessuno sa dire. E' una fiamma che cerca il vostro cuore per accenderlo d'un fuoco vermiglio. Chi resisterà a quell'occhio ardente armato di frecce? Rassicuratevi : per voi le frecce si mutano in raggi di gioia ......"
"Come non ricordare il piccolo balilla che, sentendosi vicino alla morte, chiede di vestire la divisa e dona i suoi piccoli risparmi al comitato ? Eccetera, eccetera.... Ma una parte importante della propaganda veniva fatta con le immagini, e non solo con i manifesti e sui giornali, perfino le pagelle scolastiche inneggiavano al regime ed ai valori militareschi.
Scusate ma non posso fare a meno di ricordare......io che, all'epoca, non ero ancora in età scolastica. Ricordo mia madre protestare per la divisa di balilla, imposta al figlio, per e quelle adunate obbligatorie di ragazzini delle elementari, ricordo il dispiacere per i due anni di scuola persi dal figlio, all'epoca bravissimo, per una modifica nella legge per l'ammissione al ginnasio che prevedeva una eta' minima di dieci anni per frequentare le scuole medie.... e il suo malumore all'idea che la figlia maggiore dovesse, anche lei....partecipare vestita da figlia della lupa......a tutte quelle sfilate. La guerra ormai era in atto e anche fedi nunziali d'oro erano state in omaggio alla propaganda martellante: "La Patria ha bisogno di voi!!!!!"Donate alla Patria le vostre fedi d'oro! Le ringhiere e i cancelli di ferro erano gia stati divelti per farne cannoni.
Forse il mio nonno materno,... il capo clan, padre di undici figli, aveva seguito il precetto fascista che incoraggiava a dare tanti figli alla patria.( ( mi sembra ci fosse , pero' anche una sorta di riduzione delle tasse per le famiglie numerose.) Egli , non avendo più nomi da dare agli ultimi figli maschi, venuti alla luce in rapida successione chiamo' ARMANDO (DIAZ) il penultimo, l'ultimo ebbe la ventura/sventura di ricevere un nome che andava di moda a quel tempo e fu chiamato BENITO. Due fratelli di mia madre andarono presto sotto le armi, ma tutti quanti divennero presto orfani, poiche' la loro madre, mori' durante la guerra, forse, spossata dai troppi parti .
La storia di Guido......secondo Lalla
Dopo lo sfollamento, ed un breve periodo napoletano , noi tornammoa vivere in abruzzo , dove Guido ebbe modo di fare tanto sport.....cosi da diventare un fanatico di medeglie e classifiche......ne aveva di tutti i generi...tento' anche una corsa ciclistica.....ma fortunatamente arrivo' ultimo.........vinse perfino una gara con palo della cuccagna nel porto canale di pescara......e si conservo' il premio per anni..consisteva se ricordo bene..in una carta moneta da cinquecento lire.....
Marinava la scuola e si avviava a Napoli di nascosto per partecipare alle gare.
Il preside del suo liceo gli perdonava tutte le assenze e cosi' divenne uno dei ragazzi piu' conosciuti della spiaggia per quanto non fosse un tipo molto socievole: campione italiano di nuoto, prima , gareggiando con Buonocore e Pedersoli ( l'attuale attore...Bud Spenser)poi penta-atleta e deca-atleta ..poi sub e pescatore di enormi cernie,poi esperto .subaqueo....... il tutto senza mai tralasciare il pianoforte...e la musica ..per la quale era estremamente dotato, pur non avendo mai studiato musica in modo organico, A questo proposito vale la pena ricordare che incise anche un disco da solo....con una canzone composta da lui......."DIETRO LA TENDA"
.....e poi ....quando fu in rotta di collisione con i suoi genitori, che a ventun anni gli tagliarono i viveri, si mantenne, anche, andando a fare piano bar nei localini di Roma. A QUEL TEMPO MI RICORDO GIRAVA PER LA CAPITALE ....IN ZOCCOLI E CON UNA VECCHIA VESPA.....
La "WaterPolis Pescara"
è la squadra di pallanuoto della città di Pescara.Water, Acqua in Inglese, ad indicare l'elemento con il quale abbiamo a che fare ma anche le sfide della modernità, della tecnologia, della globalizzazione Polis, Città in Greco, ad indicare il valore della socializzazione attraverso lo sport, il radicamento sul territorio, il desiderio di essere partecipi della realtà cittadina ma anche la tradizione che noi ci onoriamo di rappresentare nella pallanuoto pescarese.
Cominciamo. Anni ’50. Pescara e il nuoto si conoscono da un pezzo. Il mare li unisce, e pare evidente. Già negli anni ’30 tritoni nati da queste parti avevano trovato di che affermarsi in competizioni nazionali. Gente come Umberto Riccardi, Antonio D’Ercole, Mario Leoni, Evo Di Blasio, Bruno Basile, Walter De Giorni, Dino Cornacchia si erano fatti largo a forza di braccia e gambe, solcando le onde fino al successo, fino alla vittoria nei tornei che l’Italia di quegli anni proponeva e promuoveva.
Non c’erano piscine a Pescara.
Per gareggiare, i giovanotti di Porta Nuova e Castellamare Adriatico emigravano all’Aquila, dov’era l’unica piscina della regione.
I ragazzi pescaresi sotto i colori del Gruppo Universitario Fascista e della Gioventù Italiana del Littorio, nuotavano e vincevano, annunciando una città intenzionata a farsi largo in breve tempo in ogni settore.
Anche il fratellino minore la pallanuoto che ormai prendeva a bussare senza più ritegno per vedersi riconosciuto uno spazio, forse presago di quanto avrebbe potuto dare alla città del fiume e del mare.
Anni ’50 dicevamo. Anni importanti.
Nasce tanto per cominciare la prima società pescarese affiliata alla Federazione Italiana Nuoto. Il nome pare ovvio, è Pescara Nuoto. Il merito dell’iniziativa, destinata a rivelarsi assai fortunata, va ad Antonio D’Ercole. Quella Pescara Nuoto scelse come Presidente Lino Vizioli, come D’Ercole grande appassionato di nuoto.
Guido Picchetti, già noto per le sue numerose affermazioni in gare di livello nazionale, atleta dai notevoli mezzi in grado di assicurare alla neonata società attenzioni e consensi, venne a rappresentare la prima “bandiera” della Pescara Nuoto.
E poi ci sono i giovani. Anche qui, un po’ di nomi: Alfredo Puccinelli, Angelo Pierangeli, Oscar Pomilio, Rodolfo Villanucci, Claudio Franceschelli, Lino Bonnici, Dante Baldacci, Roberto D’Ercole, Ermanno D’Ercole, Claudio Prandstraller, Luciano Bonnici, Gabriele Pomilio.
Pescara Nuoto, dunque. Ricca di entusiasmi, povera di piscine. Per questo, è il mare la nostra piscina. Tonino D’Ercole sceglie un pattino ( o meglio moscone, come viene chiamato dalle nostre parti) come nave ammiraglia, e da lì segue i suoi ragazzi che nuotano e nuotano, sognando calde piscine e lucenti trofei. 1953. Stavolta ci siamo. La Pescara Nuoto si sdoppia: nasce finalmente il settore della pallanuoto. I campionati allievi e promozione sono i primi che vedono in gara una società pallanotistica pescarese. Allenatore, manco a dirlo, Tonino D’Ercole. Giocatori, ovvio, parte dei componenti il parco-nuotatori della società. I primi pallanotisti che si battono nel nome di Pescara sono: Alfredo Puccinelli, Angelo Pierangeli, Oscar Pomilio, Rodolfo Villanucci, Claudio Franceschelli, Lino Bonnici, Dante Baldacci, Claudio Prandstraller, Luciano Bonnici, Gabriele Pomilio, Benito Stefanini.
Il primo, a buon diritto “storico” incontro, vede la freschissima squadra pescarese opposta (campionato allievi) alla S.S. Lazio, probabilmente la società più titolata dell’epoca. Un vero e proprio battesimo di fuoco e il risultato non poteva che essere segnato: sonorissima sconfitta dei ragazzi dell’Adriatico. E sonorissima sul serio si rileverà: alla fine 21 a 1 per la Lazio. L’unico gol di marca pescarese porta la firma di Gabriele Pomilio: un segno del destino. La seconda partita è quella del debutto nel campionato di promozione. Se contro la Lazio si giocò in mare, contro il Club L’Aquila Nuoto si gioca in una vera e propria piscina. Di fronte ai giovani e ambiziosi ragazzi di Tonino D’Ercole c’è la società leader del movimento natatorio abruzzese. Anche stavolta è facile prevedere una robusta sconfitta di Pomilio e soci.
GUIDO PERDE LE STAFFE
Le cronache narrano di un incontro assai colorito, a voler usare un eufemismo. I pescaresi partono benissimo, e mettono sotto i ben più titolati aquilani.
Scatenatissimo Picchetti, 5 a 0 per i ragazzi D’Ercole, l’incontro sembra destinato a concludersi con un inaspettato trionfo, ma l’arbitro prende la decisione di espellere il fortissimo Picchetti. Apriti cielo: si scatena una rissa di dimensioni notevoli, dentro e fuori dall’acqua, con partecipanti calati dalla tribune, oltre che con giocatori e tecnici. Finisce con l’intervento delle forze dell’ordine, e con la squadra pescarese che si ritira dalla competizione. Non tutti gli incontri dei pescaresi conoscono però un epilogo di questa fatta, per fortuna. Il resto della stagione vede la squadra di D’Ercole crescere, e riportare anche qualche buon successo.
È il 1954.
La pallanuoto pescarese spegne la sua prima candelina, e si scopre già ambiziosa; viene ingaggiato come allenatore Sergio Graziani, un grande della pallanuoto fresco di ritiro. Graziani inizia a lavorare, e i risultati si vedono ben presto. I tornei regionali ed interregionali ci vedono protagonisti, non è ancora tempo di vittorie, ma in compenso è già terminato quello delle grandi batoste. Sono anni decisivi, questi, per la crescita della pallanuoto a Pescara, nasce un buon vivaio, questo sport comincia a far breccia nei cuori dei giovani pescaresi. Grossi cambiamenti sono però in vista al vertice della Pescara Nuoto. La società nata nel 1950 passa sotto il segno della Libertas. Graziani se ne va; si trasferisce all’Aquila, dove fornirà il suo contributo all’affermarsi del rugby. D’Ercole torna ad allenare la Pescara Nuoto. Gli ultimi anni ’50 e i primi ’60 non sono particolarmente favorevoli alla pallanuoto pescarese, dopo i buoni risultati ottenuti sotto la gestione Graziani.Da ricordare però che in questo periodo, vede la luce la prima piscina pescarese. È la Pinalba, ed è scoperta, i ragazzi della Pescara Nuoto utilizzeranno il nuovo impianto, pur continuando i consueti allenamenti in mare. La pallanuoto conosce addirittura un periodo di sospensione; non ci sono soldi, e chi ne fa le spese e proprio il fratellino minore del nuoto.
Gabriele Pomilio certo non si arrende: se non può giocare a casa sua, può farlo altrove. Viene ingaggiato dalla Roma Nuoto, dove resta fino al ’61.
Anni bui, per il movimento pallanotistico pescarese, i primi anni ’60; ma sotto la cenere cova qualcosa di grosso, di grossissimo. Insomma, siamo ad un passo dalle Naiadi. È il 1968. Nel settore Nord di Pescara, dietro la bella pineta rivierasca, quasi al confine con Montesilvano, viene inaugurato il grandioso complesso delle Naiadi. Le Naiadi contribuiscono a dar la spinta decisiva al movimento natatorio pescarese, e soprattutto a quello pallanotistico.
La Pescara Nuoto cambia nuovamente; l’affiliazione con il Centro nazionale sportivo Libertas è completa, ora la nuova denominazione è Libertas Pescara Nuoto. Cambia pure il vertice societario; i vecchi giocatori si trasformano in dirigenti, portano il loro contributo di entusiasmo e di amore per questo sport.
Il 1968 è dunque anno di grande importanza, capitolo fondamentale della storia che stiamo raccontando. Gabriele Pomilio prende decisamente in mano le sorti del settore pallanuoto, anche come allenatore.
In poche stagioni, prima da solo, poi con un ex nazionale come Maurizio Mannelli, Pomilio porta la squadra dagli inferi del campionato di promozione fino ad un torneo di già buona importanza come quello di serie C. Lavorando duramente, con convinzione, Pomilio e i suoi collaboratori gettano le basi per un futuro eccezionale . Il progetto si fa importante, nel 1973 arriva anche il primo allenatore straniero per la formazione pescarese. Si tratta di uno slavo, come slavo sarà Trumbic sotto la cui guida si avranno le vittorie più prestigiose.
Questo primo slavo si chiama Ivo Bucevic. Un tecnico di grande valore: estroso, imprevedibile, fa della pallanuoto pescarese una piccola “potenza”, una squadra che inizia a cercarsi uno spazio tra la grande tradizione ligure e quella più fresca ma altrettanto grande dei club napoletani. Nascono qui i “successi del futuro”. Al termine della stagione 1974 la Libertas è promossa in serie B.Ora Gabriele Pomilio, che aveva mantenuta ben stretta, ancora per una volta, la calottina, decide davvero di smetterla.